Pane al carbone vegetale: fare attenzione

Come è prodotto il carbone vegetale

Il carbone vegetale si ottiene mediante la bruciatura a vapore di sostanze vegetali, come legno di pioppo, salice o betulla, anche gusci e noccioli di frutta. Queste sostanze vegetali sono esposte ad elevate temperature intorno a 500/600°C in atmosfera povera di ossigeno. In questo modo si attiva una combustione senza fiamma che alla fine produce una polvere finissima e molto porosa, inodore e insapore. Una sostanza che in chimica è identificata come colorante E153.

La particolarità di questa sostanza, che deve fare allarmare, è che mentre in Europa è consentita, negli Stati Uniti è stata vietata nell’uso alimentare.

Secondo la Food and Drug Administration, la massima autorità in tema di sicurezza alimentare negli Usa, il carbone vegetale è cancerogeno, poiché generato da un processo combustione. Invece l’Efsa, la corrispondente autorità dell’Unione europea, ritiene che questa sostanza non sia pericolosa perché di origine vegetale, non viene assorbita dall’organismo e l’uso che se ne fa in campo alimentare sarebbe talmente ridotto da non essere dannoso.

Tuttavia, il regolamento UE 1129/2011 nel ribadire e includere l’E153 carbone vegetale nella categoria degli additivi coloranti, ne vieta l’utilizzo, come di qualunque altro colorante, nel pane e in altri prodotti simili, così come ne è vietato l’utilizzo negli ingredienti usati per il pane: acqua, farina, sale, malto, miele, zucchero, burro e latte.

Sempre secondo il regolamento Ue, l’utilizzo del carbone vegetale colorante E153 è consentito solo ed esclusivamente nei prodotti da forno fini, come crackers, fette biscottate, pizza, ma non nei prodotti confondibili con il pane.

Fate quindi molta attenzione a cosa mettete sulle vostre tavole.

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