MUSICA: Il repertorio sacro di Niccolò Piccinni in una registrazione inedita

c9aacc36-eb60-4496-aaf5-c05c23fe2c07L’intonazione della preghiera Pater Noster rientra tra le partiture più ispirate e note di Niccolò Piccinni (Bari 1728 – Parigi 1800), eccellente maestro di scuola napoletana, protagonista del canto e della musica nell’Europa dei Lumi. La circolazione manoscritta dell’opera appare presto elevata: ne sono prova le molteplici fonti a noi giunte, pregiate copie d’epoca disseminate in importanti collezioni di Roma, Bologna, Milano, Vienna, Muenster, Mosca, Copenaghen. Dopo un moderno oblio, nel XXI secolo la fortuna del brano sembra riprendere proprio dalla Puglia, madrepatria di Piccinni, con la prima edizione a stampa del brano curata da padre Anselmo Susca O.S.B. (Edizioni Il Grifo, Bari 2000) insieme a Vito Paternoster (il quale ha spesso diretto dal vivo questa pagina) e la presente, prima registrazione assoluta diretta da Grazia Bonasia. In questa sede la fonte utilizzata per l’esecuzione è un elegante manoscritto custodito a Copenaghen (DK-Kk, ms. mu. 6311.1834). Il Pater di Piccinni ci è pervenuto in sporadiche trascrizioni per alto solo, mentre la maggior parte delle versioni, tra le quali quella qui eseguita, prevede il soprano solista, oltre ad archi e continuo. L’ampia e virtuosistica composizione, distribuisce il testo sacro lungo sezioni contrastanti e ben caratterizzate, quasi sempre introdotte da intensi episodi orchestrali che dispongono la “scena” alla bravura vocale e alla pregnanza della parola. Uguale bellezza è assicurata dalla corposità musicale della dossologia trinitaria del Gloria Patri e dal severo Amen conclusivo.
Altra preziosa pagina piccinniana qui incisa è un canto dell’Ordinarium Missae, il Credo a tre voci con archi e continuo, manoscritto custodito ad Assisi presso il Sacro Convento di San Francesco. Insolita è l’impostazione dell’opera, non per l’antico testo liturgico che Piccinni sceglie di frazionare in maniera abbastanza consueta, bensì per il numero di intonazioni (ben cinque) da lui fornite ai medesimi versetti nella stessa silloge, qui tutte registrate. Questo Credo potrebbe, dunque, essere un’esercitazione, giovanile ma non acerba, di Niccolò Piccinni, un lavoro che ben anticipa il più maturo Pater Noster e la moltitudine dei capolavori di un grande maestro, purtoppo, e colpevolmente, ancora poco eseguito.

Ensemble il mondo della luna
L’Ensemble è stato creato per riscoprire, valorizzare e divulgare la figura del compositore Niccolò Piccinni nato nel 1728 nel Borgo Antico della città di Bari, ma anche dei più importanti compositori pugliesi appartenenti alla Scuola Napoletana del XVIII° secolo, primi fra tutti Tommaso Traetta, Leonardo Leo, Gaetano Latilla, zio dello stesso Niccolò. Celeberrimo nel XVIII° secolo in tutta Europa, famoso soprattutto per l’opera buffa “La Cecchina”, Piccinni scrisse più di centoventi opere per il teatro vocale e da camera, numerose sinfonie e molte eccellenti pagine di musica sacra. Solo poche di queste composizioni sono state eseguite in tempi moderni, lasciando le restanti in un immeritato oblio e all’iniziativa di pochi l’ardua impresa di riportarle alla luce.
È così iniziato il lungo percorso di ricerca dei manoscritti custoditi negli archivi meno esplorati delle biblioteche di tutto il mondo che ha portato, come risultato, la scoperta di una enorme quantità di materiale dimenticato, ma ricco di una valore assoluto che non poteva più essere ignorato. Una piccola parte di esso è stato, nel corso degli anni, da me revisionato per l’esecuzione (con la preziosa collaborazione del primo violino dell’Ensemble Pantaleo Gadaleta negli aspetti tecnico – strumentali e del soprano Vittoria Didonna in quelli testuali) e riportato agli antichi splendori grazie alle esecuzioni dell’Ensemble Il Mondo della Luna. Sebbene i fogli manoscritti, spesso autografi –emozionanti pagine ricche di storie da raccontare o semplicemente da ascoltare– abbiano fatto in molti casi il giro del mondo, le sonorità che su di essi vennero sapientemente fissate per i coevi e per i posteri, esprimono un modo compositivo mediterraneo, ricco di sinestesie sensoriali che uniscono un mondo vivacemente colorato di suoni, odori e sapori di una Puglia feconda e raffinatamente colta.

Grazia Bonasia
Ha studiato Pianoforte, Canto, Composizione Sperimentale presso il Conservatorio di Bari (Italia) e Direzione d’Orchestra con il M° Piero Bellugi (Firenze – Italia) e il M° Daniele Belardinelli (Matera – Italia). Svolge attualmente l’attività di Direttore d’Orchestra distinguendosi, in particolar modo, per l’intensa ricerca di repertori rari sia in ambito barocco che contemporaneo, affiancando all’attività concertistica quella di critico musicale. Ha portato sul palcoscenico, oltre a quelle considerate tradizionalmente di repertorio, Opere del repertorio italiano del XVIII° secolo che hanno vissuto grandi stagioni di successi nell’Europa del 1700 (Livietta e Tracollo, Intermezzo in musica in due parti di Giovanni Battista Pergolesi; La Serva Padrona, Intermezzo buffo di Giovanni Battista Pergolesi; Il filosofo di campagna, Dramma giocoso di Baldassarre Galuppi su libretto di Carlo Goldoni). Attualmente è impegnata nello studio, nella revisione delle opere inedite del compositore barese Niccolò Piccinni (Bari 1728 – Passy 1800) e nella loro esecuzione e registrazione con l’ensemble “Il Mondo della Luna” (Messa a 5 voci, orchestra e basso continuo, Credo a 3 voci, archi e basso continuo, Pater Noster per soprano, archi e basso continuo, Salmo V per coro, orchestra, soprano e basso continuo, Dixit Dominus per orchestra, voci e basso continuo, Judex ergo per baritono, archi, corni e basso continuo. Ha nel suo repertorio Oratori di rarissima esecuzione: Sant’Elena al Calvario, Oratorio di Leonardo Leo (San Vito dei Normanni, Brindisi, 1694 – Napoli 1744); Esther, di Georg Friederich Händel, tra tutti. E’ attualmente impegnata nella revisione dell’azione scenica sacra in due parti Gionata di Niccolò Piccinni. Per ciò che riguarda la Musica Contemporanea, ha collaborato con compositori del calibro di Luca Francesconi (Compositore e attuale Direttore artistico della Biennale Musica di Venezia) e Vito Palumbo. Inoltre, nel Maggio 2012 collabora con il M° Davide Anzaghi (attuale Presidente della Società Italiana di Musica Contemporanea, SIMC). Lavora stabilmente come Direttore con l’Orchestra Nazionale di Arpe realizzando il cd Poker (2011). Ha inciso le Folk songs di Luciano Berio (Papageno Edizioni, Bari – 2011). Ha pubblicato, inoltre, oltre 800 articoli dedicati alla cultura e alla musica per la testata del quotidiano nazionale E-Polis. Ha pubblicato per la Casa Editrice Lindau, Torino, in collaborazione con cinque Università italiane, il volume Close – Up dedicato al rapporto tra musica e cinema muto. E’ laureata in Scienze Biologiche e ha ottenuto il Dottorato di Ricerca (1998) presso la facoltà di Medicina dell’Università degli Studi di Bari (Dipartimento di Anatomia Patologica) in Morfometria Analitica.

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