Attentati di Parigi: le parole giuste per spiegarli ai bambini

La tragedia degli attentati di Parigi ha posto molti genitori di fronte a scelte educative difficili: spiegare o no ai propri bambini quello che è accaduto? E se sì, in che modo? CheDonna.it ha raccolto i consigli degli psichiatri.

Attentato a Parigi (DOMINIQUE FAGET/AFP/Getty Images)
Attentato a Parigi (DOMINIQUE FAGET/AFP/Getty Images)

Il primo consiglio che gli psichiatri e gli psicologi danno ai genitori è “evitare di fare finta di nulla“. Occorre parlare con i propri figli di quello che è successo e soprattutto ascoltarli su quello che hanno da dire in proposito: i loro dubbi, le paure, le domande che fanno.

Non pensare mai che se facciamo finta di nulla sia meglio. Impossibile che i bambini non si accorgano di cosa parlino i genitori o di cosa vedano in tv”.

Ha spiegato all’agenzia Ansa Antonella Costantino, presidente della Società di neuropsichiatria dell’infanzia e adolescenza (Sinpia). La professoressa ha spiegato:

“Non va bene fare finta di nulla. I bambini capiscono più di quanto non immaginiamo e sentono le emozioni e la paura nell’aria. Vanno quindi accompagnati nella comprensione. Già parlare è importante nell’elaborazione dell’angoscia“. Ma “prima ancora, mettersi in ascolto“.

La neuropsichiatra infantile ha spiegato che occorre prima di tutto ascoltare i bambini, “cosa si immaginano, cosa percepiscono”. E’, importante, ha aggiunto far capire loro che si può parlare di quanto accaduto, così i bambini si sentono autorizzati a fare domande, a chiedere spiegazioni su quello che è successo. Se invece, gli adulti mostrano di non voler parlare di certi argomenti, allora i bambini “si zittiscono”. Ma questo non è un bene per loro.

L’importante, ha aggiunto la neuropsichiatra è “rassicurare, senza fingere che vada tutto bene“. Occorre spiegare ai bambini che “si sta facendo tutto il possibile per diminuire il rischio“.

Poi, ovviamente, le spiegazioni e i modi di raccontare i fatti cambiano a seconda dell’età del bambino. Non c’è bisogno addentrarsi in dettagli né mostrare immagini scioccanti, ma far capire loro cosa è successo e affrontare insieme l’argomento.

Antonella Costantino ha chiarito che è importante che i bambini capiscano

“che c’è una parte della vita che non controlliamo, anche se possiamo agire per ridurre il pericolo”.

“Inutile cambiare canale nel bel mezzo di un servizio perché avrebbe l’effetto opposto, ma meglio evitare di esporli eccessivamente a immagini cruente, o parlare tutto il giorno di questi eventi”, ha puntualizzato la neuropsichiatra.

Infatti, nei bambini,

“le paure possono prendere dimensioni incontrollabili, trasformandosi in pensieri ossessivi e incubi notturni. In questo caso, se perdurano meglio sentire uno specialista”.

Infine, l’ultimo consiglio è quello di

“non cadere nella trappola che ci sono tutti i buoni da una parte e tutti i cattivi dall’altra” e, soprattutto, “attenti alla generalizzazioni che sono sempre sbagliate”.

Ascolto, attenzione, delicatezza, amore, consolazione e comprensione sono gli elementi fondamentali che non dovrebbero mancare mai nel rapporto con i figli e che sono indispensabili in presenza di eventi drammatici.

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