Shirin Ebadi, per salvare il mondo dobbiamo parlare ai giovani

Shirin Ebadi, ai più questo nome non dirà nulla, eppure la donna a cui appartiene è tutt’altro che trascurabile. Avvocato e pacifista iraniana, Shirin ha ricevuto il premio Nobel per la pace nel 2003 ed è la prima iraniana e prima donna musulmana ad essere scelta per questo riconoscimento.

d4a36053c7e809efc9580fef1197bd62A soli due giorni dalla tragedia degli attentati di Parigi, è proprio lei a darci una chiave di lettura dalla quale ripartire, è lei a spiegarci come può e deve cambiare questo mondo.

Intervistata da Repubblica al 15° Summit dei Nobel per la pace, Shirin ha dichiarato:

“Dobbiamo parlare ai giovani. Aiutare i Paesi sottosviluppati a crescere e ad uscire dal provincialismo. Nel mondo ci sono milioni di persone che vivono in villaggi poverissimi e sono ridotte alla fame: queste persone sono facilmente strumentalizzabili, non hanno niente da perdere. Gli intellettuali progressisti e non solo mettano il loro sapere al servizio delle nuove generazioni: solo così sconfiggeremo i fanatismi e sradicheremo la violenza. Farsi travolgere dalla paura non ha senso. Non dobbiamo lasciarci intimidire. Piuttosto, cerchiamo di ragionare e di capire a fondo cosa sta succedendo. Ogni tipo di religione, in ogni periodo storico, è stata strumentalizzata in nome del fanatismo, sacrificando milioni di vittime innocenti in modo brutale. Pensiamo alle torture subite da Galileo Galilei, ad esempio, pensiamo alla Storia degli ultimi 500 anni in Europa. Oggi esistono due modi di interpretare l’Islam: uno più arcaico, che è quello dal quale io stessa vengo perseguitata, e uno più moderno, fatto di persone aperte, come me, mio marito, i miei amici. Generalizzare non serve, la religione non c’entra col terrorismo. Sono le persone, con i loro pensieri e le loro azioni, a scegliere la pace o la violenza. Io credo che prima o poi sconfiggeremo gli estremismi, il fanatismo e il terrorismo. Sarà il punto di arrivo di un grande processo culturale, i cui fiori già cominciano a sbocciare qua e là”.

Noi quei fiori li vogliamo coltivare, aiutare a crescere, vogliamo prendercene cura. L’odio non è la soluzione, solo l’amore può aiutarci a superare questo momento buio di terrore e sofferenza.

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