Facebook: ‘safety check’ solo per Parigi, dimenticati gli attentati di Beirut

Mark Zuckerberg sotto un’onda di polemiche dopo gli attentati di Parigi. Il ‘safety check‘ di Facebook, il servizio di emergenza per far sapere che si è vivi, è stato attivato immediatamente per la strage di Parigi e non per gli attentati di Beirut.

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Il magnate e la sua colossale azienda, secondo molti, avrebbero utilizzato dei criteri di giudizio diversi per i due attentati. Zuckerberg si difende: ” abbiamo a cuore tutti allo stesso modo“.

Safety Check solo per Parigi, Mark Zuckerberg si difende

Dopo essere stato assalito dalle polemiche per la scelta di ‘Facebook’ di attivare il Safety Check per gli attentati di Parigi e non per quelli di Beirut il giorno prima, Zuckerberg si difende pubblicando un post:

Ci prendiamo cura di tutti allo stesso modo. Molte persone si sono giustamente chieste perché abbiamo deciso di attivareil ‘Safety Check’ per Parigi e non per gli attentati a Beirut o in altri luoghi. Fino a ieri, la nostra policy era quella di attivare questo servizio solo per i disastri naturali. Ma poi abbiamo cambiato idea e abbiamo deciso di farlo funzionare anche per le tragedie umane. Avete ragione sul fatto che ci sono tanti altri importanti conflitti nel mondo

Alex Schultz, vicepresidente per la crescita di Facebook, ha tentuto a spiegare come è nata l’applicazione Safety Check :

L’ispirazione ci è venuta durante lo tsunami e il disastro nucleare in Giappone nel 2011. Gli ingegneri di Facebook erano preoccupati, vedevano le persone scrivere sul social che erano vive e al sicuro e volevano rendere tutto questo più semplice. Alcune persone appassionate si sono messe insieme per trovare una soluzione e infine hanno sviluppato lo strumento che vediamo oggi. Abbiamo messo a disposizione degli utenti questa applicazione per la prima volta ad ottobre dello scorso anno e poi l’abbiamo attivata molte altre volte: per i terremoti in Afghanistan, Cile, Nepal per il ciclone nel sud del Pacifico e per il tifone Ruby nelle Filippine.

Abbiamo deciso di attivare Safety Check a Parigi perché abbiamo osservato molta attività su Facebook a mano a mano che gli eventi si svolgevano. Nel bel mezzo di una complessa, incerta situazione che stava coinvolgendo molte persone, Facebook era diventato il posto in cui tanti condividevano informazioni o cercavano di capire quali fossero le condizioni dei loro amati. Ci siamo consultati e abbiamo capito che c’era una necessità a cui potevamo fare fronte. Quindi abbiamo preso la decisione di provare ciò che non avevamo mai provato prima: attivare questo servizio per qualcosa di diverso rispetto ad un disastro naturale

Parigi quindi è stato l’inizio di un nuovo ed utile campo di applicazione di uno strumento davvero unico che in casi gravi come un attentato terroristico, può davvero fare la differenza.

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