Vaccinazioni in calo in Italia, allarme dal Ministero della Salute

La critica ai vaccini

Sul fronte del no ai vaccini viene spesso citato il Dottor Roberto Gava, specializzato in cardiologia, farmacologia clinica, tossicologia medica e anche in agopuntura cinese, Omeopatia classica, bioetica e ipnosi Medica, come è spiegato sul suo profilo sul Fatto Quotidiano, dove tiene un blog. Il Dottor Gava non è contrario di per sé ai vaccini ma sostiene che negli anni il rapporto tra benefici e rischi si sia rovesciato. In un’intervista di qualche anno fa al sito www.informasalus.it il medico ha precisato:

“All’inizio i vantaggi ci sono stati. Non nego che l’abbattimento di malattie sia stato causato ‘anche’ dalle campagne di vaccinazione, ma ora?”

Nella stessa intervista il medico ha precisato:

“…le vaccinazioni pediatriche non sarebbero in se stesse pericolose se venissero seguiti alcuni accorgimenti. Le vaccinazioni sono un atto medico vero e proprio e, come tutti i trattamenti sanitari, devono essere personalizzate. Oggi però si è optato per la somministrazione di massa a tutti i bambini, indipendentemente che siano nati a termine o prematuramente, che siano sani o in convalescenza o ancora portatori di qualche lieve malattia, che siano immunologicamente forti o deboli. Anzi, più sono deboli e affetti da patologie croniche e più vengono vaccinati con la speranza di proteggerli dalle patologie infettive facilmente trasmissibili. Forse le vaccinazioni di massa potevano anche andare bene quando se ne facevano poche per volta, come le 3 che si facevano fino al 1990, ma poi, credendo che i vaccini non facciano male ma senza aver mai indagato approfonditamente questo argomento, si è iniziato ad aggiungere vaccino a vaccino fino ad arrivare a somministrare 7-8 vaccini a neonati di 2-3 mesi e ripetendoli indiscriminatamente aggiungendo altri 5-6 vaccini quando il bambino ha da poco superato l’anno”.

Nel gennaio del 2014, il Dottor Gava ha anche pubblicato un libro dal titolo “Le Vaccinazioni Pediatriche
Revisione delle conoscenze scientifiche”. Nell’introduzione l’autore scrive:

“In questi ultimi anni, nel nostro Paese abbiamo assistito ad una grande ribellione verso l’obbligo delle vaccinazioni infantili, un rifiuto che lentamente ha dato origine ad un vero e proprio Movimento partito dalla base e che è andato ingrossandosi pian piano.
A questo Movimento appartengono quasi sempre persone che sono state mosse da forti, e spesso anche tragiche, esperienze personali o da un carattere libero e insofferente nei riguardi dei condizionamenti, subdoli ma sempre presenti, delle ideologie dominanti le quali, come la storia dell’uomo da sempre insegna, in alcuni casi sono addirittura controllate da persone che si servono della propria posizione, intelligenza e conoscenze scientifiche per giustificare quelle scelte che permettono loro vari tipi di speculazioni.
Il Movimento contro le vaccinazioni obbligatorie, invece, come abbiamo detto, è partito dalla base, ma proprio per questo, basandosi più sul buon senso che su solide motivazioni scientifiche, ha prestato il fianco a facili critiche e non è stato a lungo considerato. Comunque, pur mancando all’inizio di dati sperimentali e/o epidemiologici, il ragionamento da cui partiva era appoggiato sull’evidenza inoppugnabile che, se i vaccini in qualche bambino causano dei danni irreparabili o addirittura la morte, dato che la Natura non procede né per salti né per casualità e ben raramente vige la regola del tutto o nulla, è sensato ritenere che ci sia una gradualità di danno e che i vaccini danneggino anche coloro che apparentemente non hanno esplicitato lesioni.
Per l’uomo di buon senso tutto questo acquista valore sufficiente indipendentemente dall’esistenza o meno di una suffragante documentazione scientifica. La prova statistica, eventualmente, può essere una pur sempre gradita convalida, utile ma non necessaria.
La Scienza Moderna, invece, sembrerebbe considerare accettabile solo ciò che è dimostrabile scientificamente e per raggiungere una tale dimostrazione di presunta verità vengono richieste delle prove che, in taluni casi, giungono anche a sfiorare l’assurdo e si può arrivare così anche all’assurdo opposto in cui un uso adeguato dei dati scientifici permette di giustificare o di accettare come vere delle conclusioni che sono totalmente prive di buon senso”.

L’introduzione al libro, così come la prefazione con cui l’autore ne spiega le ragioni le trovate qui.

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