Parroco choc: brucio la canonica piuttosto che ospitare i migranti

Dichiarazioni choc di un prete sui migranti. I particolari da CheDonna.it per la sezione attualità.

Un barcone di migranti (Marco Di Lauro/Getty Images)
Un barcone di migranti (Marco Di Lauro/Getty Images)

Il dramma dei migranti è da tempo sotto gli occhi di tutti, che fuggano dalla guerra, dalle persecuzioni o dalla fame, migliaia e migliaia di persone si mettono in marcia per raggiungere l’Europa, diretti soprattutto verso Nord, come Germania e Svezia. Dal continente africano attraversano il deserto e dopo mesi di cammino raggiungono le coste della Libia per salire sui barconi che li porteranno in Italia. Un viaggio lungo molti mesi, tra mille pericoli, e alla mercé di veri e propri schiavisti, gli scafisti dei barconi e i trafficanti di esseri umani.

Sono in molti a non farcela, vittime del mare, dove si contano decine di migliaia di annegati, o della massacrante traversata nel deserto. Recentemente, poi, è stata presa d’assalto la rotta balcanica. Più sicura del viaggio in barcone sul Mar Mediterraneo, è il percorso scelto da moltissimi profughi siriani, ma anche iracheni e afghani. I migranti passano per la Turchia, attraversando il Mar Egeo, per un breve ma comunque pericoloso tragitto, fino alle prime isole della Grecia. Dalla Grecia risalgono la penisola balcanica, passando per Macedonia, Serbia, Ungheria, fino all’Austria e da qui ancora più a nord verso Germania o Svezia.

Un vero e proprio esodo biblico, di cui l’Unione Europea sembra essersi finalmente resa conto, anche se con grave ritardo, iniziando a prendere i primi provvedimenti. Italia, Grecia e Germania prese di assalto dai migranti, dovranno essere aiutate con una redistribuzione dei nuovi arrivati tra tutti i Paesi europei. Ma c’è chi sta facendo opposizione, come l’Ungheria, che ha già innalzato reti metalliche ai suoi confini, la Polonia e la Repubblica Ceca. La preoccupazione nel gestire un grande flusso di persone è comprensibile, ma ognuno deve fare la sua parte e a questo scopo il Presidente della Commissione europea Juncker ha varato un piano di quote per la redistribuzione dei migranti tra i Paesi dell’Unione. Anche gli Stati Uniti si sono offerti di ospitare 15.000 rifugiati siriani.

Sul tema è intervenuto il Vaticano. Papa Francesco da tempo insiste sull’accoglienza dei migranti e il fatto che il suo primo viaggio da Pontefice in Italia, nel 2013, lo abbia fatto proprio a Lampedusa è stato subito un chiaro segnale forte e chiaro. Il Papa non si è mai stancato di ricordare il diritto dei migranti di vivere al sicuro e il dovere dell’accoglienza da parte non solo di chi si definisce cristiano, ma umano. Nei giorni scorsi, Papa Francesco ha anche invitato all’impegno concreto, chiedendo a ciascuna parrocchia di ospitare una famiglia di rifugiati.

Nelle ultime ore, però, si è diffusa la notizia di un parroco che si sarebbe rifiutato di ospitare migranti. “Nella canonica del paese non ospito nessuno, al massimo i miei genitori, di sicuro non i profughi“, sarebbero le parole choc, riportate dall’agenzia Ansa, di un parroco di un paesino nei pressi di Albenga, in provincia di Savona. Secondo alcuni testimoni, il sacerdote avrebbe anche detto che avrebbe preferito bruciare la canonica piuttosto che ospitare migranti. Un’affermazione pesantissima, che il parroco ha negato, ma che alcuni suoi concittadini, compreso un consigliere comunale, hanno invece confermato.

Il consigliere comunale ha dichiarato sull’affermazione del sacerdote: “Parole sue che mi ha ribadito quando l’ho chiamato per organizzare l’accoglienza in paese. Ma a quanto so lo aveva già detto sul sagrato della chiesa. ‘Brucio la canonica piuttosto che darla ai migranti’. Sono parole sconcertanti”, ha sottolineato il consigliere comunale.

Dal canto suo, il parroco ha spiegato all’Ansa: “Evangelicamente bisognerebbe accogliere, lo so, ma i problemi concreti nei paesi sono altri, noi non abbiamo spazio, qui ho la canonica e poi un altro appartamento già dato a una famiglia bisognosa. Cosa dovrei fare, ospitarli in cassa mia?”. Quindi ha ribadito: “Io non ho detto che non voglio i profughi. Ho detto che non ho posto. So che per esperienza i profughi spaccano tutto nelle case. Sto parlando in generale. Me lo hanno raccontato e quindi evitiamo di ospitarli e qui a casa mia non ho posto. Ci sono persone che conosco che hanno ospitato migranti e si sono ritrovati la casa un porcile”.

Sul caso è intervenuto il vescovo coadiutore della diocesi di Albenga e Imperia, monsignor Guglielmo Borghetti, che nei mesi scorsi era stato mandato da Papa Francesco ad aiutare il vescovo titolare Mario Oliveri a seguito degli scandali in cui erano stati coinvolti alcuni preti usciti dal seminario: preti definiti “deboli”, alcuni dei quali accusati di pedofilia, altri che erano scappati con le casse della parrocchia, altri ancora che importunavano donne, perfino preti tatuati, che si mostravano nudi sin foto su facbeook, che facevano i barman nei locali notturni. Mons. Borghetti ha dichiarato: “Non essere accoglienti significa che si sceglie uno stile di violenza: ti caccio dal mio ambito, dalla mia vita, dal mio lavoro e dal mio territorio”.

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