Veleno di vespa: arma contro i tumori

Il veleno di vespa potrebbe essere un valido rimedio contro i tumori.

Vespa comune (Foto "Wespe" da Wikipedia. Licenza CC BY 2.0 tramite Wikimedia Commons)
Vespa comune (Foto “Wespe” da Wikipedia. Licenza CC BY 2.0 tramite Wikimedia Commons)

Secondo uno studio, il veleno della vespa del Brasile può essere una potente arma contro il cancro. I dettagli da CheDonna.it.

Veleno di vespa contro il cancro

Il veleno della vespa può rivelarsi un importante rimedio contro i tumori. Non il veleno di un vespa qualunque però, quello della vespa brasiliana, che è particolarmente potente. Lo rivela uno studio congiunto dei ricercatori delle università del Brasile e di Leeds, pubblicato sul Biophysical Journal.

La vespa del Brasile, nome scientifico Polybia paulista, ha sul suo pungiglione una tossina che uccide le cellule cancerogene ma senza danneggiare quelle sane. La tossina si chiama Mp1 e viene impiegata dalla vespa per attaccare la preda e difendersi.

I ricercatori hanno condotto il loro studio sui topi e hanno verificato che il veleno della vespa brasiliana con la tossina “selettiva” è in grado di distruggere le cellule del tumore senza intaccare quelle sane. La tossina agisce aggrappandosi alle cellule malate e privandole delle molecole malate. Ma come fa il veleno a distinguere le cellule malate da quelle sane? In pratica, la tossina colpisce le molecole grasse distribuite in modo anormale sulla superficie delle cellule tumorali, creando in questo modo dei buchi enormi da cui fuoriescono le molecole fondamentali per le funzioni della cellula, che viene così neutralizzata e distrutta. Le cellule sane non vengono colpite perché non hanno molecole grasse anomale sulla loro superficie, queste molecole si trovano all’interno della cellula. I tessuti sani non vengono pertanto attaccati dalla tossina.

Questa scoperta potrà portare alla creazione di nuovi farmaci anti-cancro, che attaccano le molecole grasse delle cellule tumorali. Si potranno usare più farmaci nella lotta al cancro, attacando le cellule malate su diversi fronti.

Ci vorrà comunque ancora del tempo e soprattutto saranno necessarie nuove sperimentazioni perché sia sviluppata una terapia adatta agli esseri umani, ma se la scoperta potrà avere una applicazione pratica sull’uomo si avrà una vera e propria rivoluzione nella lotta ai tumori.

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