Genitori chiedono un risarcimento per la nascita della figlia

Una coppia di genitori ha citato in tribunale un ospedale per il mancato aborto e la conseguente nascita della figlia.

Tribunale (Thinkstock)
Tribunale (Thinkstock)

CheDonna.it vi racconta questa storia, riportata dal quotidiano torinese La Stampa.

Risarcimento per la nascita della figlia

La loro figlia oggi è un’adolescente di 14 anni, nata nel 2001 all’ospedale di Alessandria. All’epoca però la bambina non sarebbe dovuta nascere, perché la mamma si era sottoposta ad interruzione di gravidanza. Madre e padre hanno quindi chiesto un risarcimento danni per errore medico.

La complicata vicenda ha avuto inizio nel 2000, quando la madre della ragazza, una donna di oltre 40 anni, si sottopose a visita medica per un fibroma. Fu allora che i medici dissero alla donna che era anche incinta. Una circostanza inattesa, dato l’avanzato stato di età della donna, e soprattutto non voluta. Anche per via delle sue condizioni di salute, i medici consigliarono alla donna di interrompere la gravidanza: l’età avanzate e la presenza del fibroma mettevano a rischio la gravidanza e la sua salute. La donna si sottopose così a raschiamento, ma qualcosa non andò come previsto, perché l’aborto non ebbe successo e solo alla ventunesima settimana di gestazione la donna si accorse di essere ancora incinta.

A quel punto non era più possibile sottoporsi ad aborto e la gravidanza venne portata regolarmente a termine. Nonostante l’arrivo della bambina non fosse voluto, la coppia aveva già un altro figlio grande, i genitori hanno comunque tenuto con sé la piccola, fino a crescere quella che oggi è un’adolescente. Nel frattempo, però, la madre ha fatto causa all’ospedale di Alessandria chiedendo il risarcimento dei danni dovuti all’errore medico dell’aborto non riuscito.

L’arrivo della bambina nella famiglia aveva provocato cambiamenti radicali, per sostenere le maggiori spese, il padre, un operaio specializzato, si era dovuto licenziare e aveva dovuto cambiare lavoro, la madre, impiegata in un’impresa di pulizie, aveva dovuto rinunciare al suo di lavoro. Con la nascita della figlia la famiglia era andata incontro a diverse difficoltà economiche, ecco spiegata la richiesta di risarcimento dei danni.

La causa intentata dalla donna contro il medico che aveva effettuato l’aborto non riuscito si era conclusa con una transazione e il riconoscimento di una somma a titolo di risarcimento. Una vicenda che sembrava conclusa, ma nel 2008 è stato il padre della bambina a citare in giudizio l’ospedale di Alessandria per il “danno psicofisico” patito, dovuto alle conseguenze subite per la nascita non voluta della figlia. Come hanno argomentato i suoi avvocati, la nascita della bambina ha avuto ripercussioni “sulla vita di relazione” della coppia, sconvolgendo “l’esistenza privata e lavorativa come era stata programmata” dai coniugi. Da qui la richiesta di danni. Sia in primo che in secondo grado, tuttavia, tale richiesta è stata rigettata. Sarà ora la Corte di Cassazione a pronunciarsi definitivamente sulla vicenda.

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