La fine orribile delle donne ostaggio dell’Isis

Vi avevamo già parlato della triste storia delle donne rapite e vendute come schiave dall’Isis, il gruppo di terroristi fondamentalisti islamici che controlla parte dell’Iraq e della Siria.

Donna in Iraq (Spencer Platt/Getty Images)
Donna in Iraq (Spencer Platt/Getty Images)

Queste povere donne, di solito appartenenti alle minoranze che popolano l’Iraq, yazide, curde, cristiane o anche musulmane sciite vengono rapite e vendute come schiave per essere date in mogli o peggio come schiave sessuali ai miliziani del gruppo fondamentalista. CheDonna.it è venuta a sapere della fine orribile che è stata riservata ad alcune di loro. Una storia atroce che però va raccontata e diffusa per essere denunciata.

Le mostruosità dell’Isis nei confronti delle donne

Stando alle notizie circolate nelle ultime ore, un gruppo di giovani donne, 19 per la precisione sarebbero state uccise dai miliziani dell’Isis (Stato islamico) per aver rifiutato di avere rapporti sessuali con loro. Si tratta dell’ultima atrocità dei terroristi tagliatori di teste, che stanno seminando morte e distruzione tra l’Iraq e la Siria, due Paesi di fatto ingovernabili travolti dalla guerra civile.

Le donne sarebbero state uccise lo scorso sabato, 1° agosto. La notizia è stata data da un testimone curdo, che ha riferito che le poverette sono state ammazzate dopo aver rifiutato gli abusi sessuali dei miliziani. Le donne erano state rapite e prese in ostaggio nella città irachena di Mosul, controllata dai jihadisti dello Stato islamico, ma non si conosce la loro origine, a quale minoranza appartenessero e si trattasse di donne curde oppure yazide, tra le più abusate dall’Isis. Nemmeno si conosce il luogo dove sono state uccise.

Un portavoce del portavoce del Partito Democratico del Kurdistan avrebbe comunque confermato il motivo della loro uccisione: l’aver rifiutato rapporti sessuali con i miliziani. La notizia è stata data dal quotidiano britannico Daily Mail e ripresa in Italia da diversi giornali, tra cui Il Messaggero.

Nel frattempo, l’inviato speciale dell’Onu Zainab Bangura ha riconosciuto l’autenticità di un documento che riguarda il mercato delle schiave del sesso praticato dallo Stato islamico. In questo documento è contenuto un vero e proprio listino prezzi, con il costo per ciascuna donna in base all’età. Più le donne sono giovani più il loro prezzo sale. Fino ad arrivare all’orrore: 150 euro circa, pari a 200mila dinar, per una bambina tra 1 e 9 anni di età. Il prezzo delle donne varia poi in base alla caratteristiche fisiche e quelle più belle, specialmente se vergini, vengono vendute all’asta dopo essere state spogliate.

Una mostruosità di fronte alla quale il silenzio della comunità internazionale non è accettabile.

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