CULTURA: La voce di Patti Smith nell’allestimento di Capo d’Arte

132_04_v2Giunto alla sua sesta edizione, Capo dArte torna ad affacciarsi su mondi artistici sconosciuti, con l’obiettivo di esplorare altri continenti, geografici e creativi.

Il secondo appuntamento della trilogia di mostre Altrove – inaugurata l’anno scorso con le installazioni video dell’artista cinese Yang Fudong – ha come protagonista Soundwalk Collective, gruppo di artisti-compositori internazionali basati tra Berlino e New York, composto dal fondatore Stephan Crasneanscki (Russia – Francia), Simone Merli (Italia) e Kamran Sadeghi (Iran – USA).

Curata da Massimo Torrigiani, direttore artistico di Capo D’Arte per il triennio 2014-2016, la mostra si avvale dell’allestimento di Luca Cipelletti, architetto milanese il cui lavoro esplora le intersezioni tra arte e architettura.

Capo d’Arte scopre quest’anno la ricerca sonora legata alla sound art, esplorando l’immaginario di un collettivo la cui missione artistica interseca nomadismo, documentazione e gli atti della registrazione e dell’ascolto.

Ascoltare è un altro modo di vedere… la congiunzione tra suono e immagine provoca un coinvolgimento attivo dello spettatore, portandolo nello spazio reale, a un pensiero concreto e reattivo, piuttosto che verso spazi e pensieri illusori. (Don Goddard, da Vito Acconci, William Hellermann, Don Goddard, Sound/Art, New York: The Foundation, 1984, 29 pp, catalogo della mostra a cura di William Hellermann, SculptureCenter, New York, 1984).

La ricerca di Soundwalk Collective prende le mosse dalle riflessioni di Erik Satie e di John Cage, dalle esplorazioni urbane situazioniste e dalle più recenti ricerche intorno al suono, per mettere in dialogo musica, immagine, natura e cultura.

Le opere del collettivo – attivo dal 2000 – sono lunghe composizioni originate da field recordings, registrazioni ambientali effettuate nei più diversi e remoti luoghi del mondo, dalla foresta pluviale amazzonica alle scuole di musica di Napoli e Shanghai, dal deserto del Rub-al Khali al Mar Nero. Luoghi che Crasneanscki, Merli e Sadeghi, frequentemente accompagnati da collaboratori e altri artisti, vivono e frequentano per lunghi periodi con l’obiettivo di coglierne e raccontarne in modo sottile e approfondito la dimensione sonora, attraverso composizioni che uniscono antropologia, etnografia, narrativa non-lineare, psicogeografia e l’esplorazione dell’idea, e della pratica, di registrare e ascoltare musica.

La mostra prevede la creazione di spazi “immersivi” nei quali i visitatori viaggeranno in luoghi lontani, o scopriranno dimensioni nuove di mondi vicini. Ulysses Syndrome è il risultato di una esplorazione durata oltre due mesi del Mediterraneo su una barca a vela degli anni ’20, dotata di audio-scanner in grado di registrare le onde sonore che sorvolano il mare. Anche Medea nasce da un epico viaggio per mare, la circumnavigazione delle coste del Mar Nero, e raccoglie testimonianze sonore di paesi come Turchia, Georgia, Russia, Crimea, Ucraina, Romania e Bulgaria.

Per Before Music There Is Blood,  il collettivo ha visitato le aule di tre delle più prestigiose accademie musicali al mondo – Il Conservatotio di Shangai in Cina, il Saint Petersburg State Conservatory in Russia e il Conservatorio di Musica S. Pietro A Majella di Napoli – registrando per centinaia di ore le prove degli studenti, nel tentativo di documentare la loro utopica ricerca dell’eccellenza. Infine, Purple Lips è un viaggio intimo attraverso gli ultimi giorni di vita di Nico dei Velvet Underground, vissuti a Ibiza. Nel brano, la voce unica di Patti Smith sussurra frasi tratte dall’ultima poesia inedita di Nico, accompagnata dal suono dell’armonium e dalla musica dell’organo a 500 canne costruito da Jean Guillou per il Conservatorio di Napoli.

La storia di Palazzo Daniele Romasi, le cui stanze ospiteranno la mostra, fa eco alle ricerche sonore del collettivo: edificato nel corso del XIX secolo su alcune strutture più antiche risalenti al ‘500 e al ‘600, fu donato dai coniugi Enrico Daniele ed Emilia Romasi alla ASL negli anni ’60 del secolo scorso insieme all’Ospedale da essi fondato. Dopo una breve parentesi come biblioteca e centro culturale negli anni ’80, il Palazzo versa oggi in uno stato di completo abbandono. I 13 vani al primo piano, con pavimenti in maiolica e soffitti decorati, conservano ancora le cartelle cliniche dei pazienti dell’Ospedale di Gagliano del Capo.

Dettagli

ALTROVE: SOUNDWALK COLLECTIVE

Inaugurazione 25 luglio 2015, ore 19

26 luglio – 29 agosto 2015 dalle 19 alle 23 – ingresso libero

Palazzo Daniele Romasi
Via Leopardi 7
Gagliano del Capo (LE)

A cura di Massimo Torrigiani

Allestimento di Luca Cipelletti

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