Strage per un furgone parcheggiato male

Strage della follia in provincia di Caserta.

Carabinieri (MARCELLO PATERNOSTRO/AFP/Getty Images)
Carabinieri (MARCELLO PATERNOSTRO/AFP/Getty Images)

Una lite di vicinato di è trasformata in una strage: sterminata una famiglia. Le ultime notizie da CheDonna.it.

Una tragedia per futili motivi

Ho fatto un macello, ho ucciso i miei vicini“, sono le parole pronunciate da Luciano Pezzella, 50 anni, agente penitenziario, mentre veniva interrogato dai carabinieri della caserma di Aversa, in provincia di Caserta, dopo essersi costituito. L’uomo poco prima aveva sterminato una famiglia di suoi vicini di casa per una banale lite. Motivo di tanta furia: un furgone parcheggiato male.

Pezzella aveva litigato per l’ennesima volta con i suoi vicini per un furgone che secondo lui era parcheggiato dove non doveva. Era una disputa frequente con la famiglia che gestiva un negozio di frutta e posteggiava il proprio furgone davanti casa, una palazzina a Trentola Ducenta nel Casertano. Un’abitudine che irritava molto Pezzella, che ieri mattina, dopo aver visto il furgone parcheggiato al solito posto, è sceso nell’appartamento dei vicini per protestare e al culmine della lite è tornato in casa sua, ha preso la pistola e fatto fuoco all’impazzata contro i vicini.

Nella sparatoria sono stati uccisi padre, madre e figlio, più un’altra persona che guidava il furgone e lavorava nel negozio della famiglia. La fidanzata del figlio dei vicini è scampata alla mattanza, perché al momento della sparatoria non era nell’appartamento ma si trovava al piano di sopra del palazzo.

Le vittime sono Michele Verde, 61 anni, Enza Verde 58, e Pietro Verde di 31 anni, i componenti della famiglia sterminata, più Francesco Pinestra, 37 anni, l’uomo che lavorava per loro e che conduceva il furgone. Il 37enne è stato colpito mentre era in strada, aveva provato a fuggire dalla furia dell’agente penitenziario ma senza riuscirci. E’ stato ferito gravemente e poi è morto in ospedale.

Al termine di una mattinata di follia, l’agente penitenziario si è costituito ai carabinieri. Una vicenda assurda e inspiegabile, di quelle a cui è difficile trovare una risposta

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