Buoni pasto, grandi novità in arrivo

Dovrebbero semplicemente essere una sostituzione del pasto giornaliero non fornito dal datore di lavoro ma, inutile dirlo, sono diventati negli anni dei buoni sconto per la spesa quotidiana. Molto sta però per cambiare nel dorato mondo dei buoni pasto.

PicMonkey Collage

CheDonna.it vi illustra le variazioni che da oggi stesso (primo luglio 2015) riguarderanno dipendenti pubblici e privati in fatto di buoni pasto.

Nuove norme per i buoni pasto

Arriva il formato elettronico e, con esso, significativi cambiamenti per quanto riguardo l’utilizzo dei buoni pasto da parte dei consumatori.

Se è vero infatti che il giornaliero buono pasto vedrà salire il suo valore di 1.71 euro (da 5,29 a 7 euro) è altrettanto vero che il loro accumulo per una futura visita al supermercato diventerà de facto impossibile.

La nuova normativa, redatta con la legge di stabilità, prevede infatti che il singolo buono pasto possa essere utilizzato solo durante giorni lavorativi e per un massimo di 7 euro al giorno. Niente spesa nel weekend dunque né accumulo di più buoni: due limitazioni che riguarderanno solo la forma elettronica del buono pasto mentre quella cartacea manterrà il suo precedente valore ma anche i privilegi ad esso connessi.

Il governo tenta naturalmente di incentivare l’utilizzo dei ticket elettronici: essi non solo garantiscono la tracciabilità del pagamento ma snelliscono anche di molto i processi burocratici legati al loro utilizzo.

Come spiega Gregorio Fogliani, presidente di QUI! Group, prima azienda a capitale italiano del settore: “L’aumento della soglia detassata del buono pasto (se infatti si sfiorano i 7 euro una pesante tassazione si abbatterà sul disavanzo, ndr.) dovrebbe incoraggiare i datori di lavoro a investire somme più alte per la pausa pranzo dei lavoratori e aprire la strada a una serie di servizi aggiuntivi che l’impresa può decidere di erogare a favore dei propri dipendenti”.

Un progetto in cui le istituzioni sembrano credere dunque molto, a tal punto che le principali società emittitrici si sono accordate per la creazione di un Pos unico che consenta l’utilizzo di buoni a diverso marchio.

L’incremento di servizi può però compensare l’oggettiva impossibilità per il lavoratori di usare il suo buono per scopri diversi dal pasto giornaliero? La polemica ci sembra dietro l’angolo.

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