Aung San Suu Kyi non potrà candidarsi alla presidenza della Birmania

Un brutto colpo per Aung San Suu Kyi, Premio Nobel per la Pace e leader dell’opposizione in Birmania

Aung San Suu Kyi (Phyo Hein Kyaw/AFP/Getty Images)
Aung San Suu Kyi (Phyo Hein Kyaw/AFP/Getty Images)

Aung San Suu Kyi non potrà candidarsi alle prossime elezioni presidenziali in Birmania. La storia da CheDonna.it.

Aung San Suu Kyi esclusa dalle presidenziali

Ha dedicato una vita alla lotta per la democrazia nel suo Paese, la Birmania, contro la dittatura della giunta dei militari. Per questo ha anche sacrificato i suoi affetti familiari, lasciando marito e figli nel Regno Unito, vivendo per 22 anni segregata agli arresti domiciliari nella sua casa di Yangon. La dittatura non le ha permesso di ricevere visite durante la detenzione e la donna non ha potuto lasciare il suo Paese, ribattezzato dai militari Myanmar, o non vi avrebbe potuto più fare ritorno. Anche quando il marito, lo storico britannico Michael Aris, si è ammalato di cancro San Suu Kyi non ha potuto fargli visita e l’uomo è morto senza la moglie al suo fianco.

Un vita durissima e coraggiosa, quella di Aung San Suu Kyi, una incredibile tenacia mostrata nella lotta pacifica per il proprio Paese, come leader della Lega Nazionale per la democrazia (Nld). Nel 1991 l’Accademia di Oslo le conferiva il Nobel per la Pace. Nel 2000 gli U2 le hanno dedicato una canzone: Walk On.

Dopo decenni di lotte, nel 2010 Aung San Suu Kyi era stata finalmente liberata e alle elezioni legislative suppletive del 1° aprile 2012, a cui il suo partito ha potuto partecipare, ha conquistato un seggio al parlamento birmano. Il suo rimane tuttavia un Paese difficile, dove è ancora molto lungo il cammino per la democrazia. San suu Kyi si preparava a correre per la presidenza della Birmania, ma è stata fermata da un cavillo legale.

Ieri, il parlamento birmano ha votato contro l’emendamento alla Costituzione che avrebbe permesso alla donna di candidarsi alla presidenza. La leader politica, infatti, è esclusa in quanto madre di figli britannici, come il marito di cui è rimasta vedova. Essendo stata moglie di uno straniero e madre di figli “stranieri” San Suu Kyi non può candidarsi come presidente della Birmania-Myanmar. La bocciatura dell’emendamento è arrivata dopo tre giorni di dibattito in aula. Il parlamento ha anche respinto la proposta di abbassare dal 75% al 70% la maggioranza di voti necessaria per modificare la Costituzione birmana. Poiché in parlamento il 25% dei seggi spetta ai militari, a loro rimane di fatto il potere di veto nei confronti di qualunque riforma della Costituzione.

La speranza di Aung San Suu Kyi di cambiare il proprio Paese è rimandata nel tempo.

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