Diventa mamma dopo che le avevano asportato l’ovaio

Una ragazza ha partorito dopo aver subito l’espianto di un ovaio.

gravidanza-donna

CheDonna.it vi racconta la storia di una ragazzina diventata mamma dopo un intervento eccezionale.

Parto dopo asportazione dell’ovaio

Un parto eccezionale per una ragazza di origine congolese di 27 anni. La giovane aveva subito l’asportazione dell’ovaio all’età di 13 anni, a causa di una malattia. L’ovaio però era stato congelato e conservato, quindi le era stato nuovamente impiantato. L’autotrapianto ha consentito alla giovane di recuperare la piena funzionalità dell’apparato produttivo. Questo le ha permesso di rimanere incinta e partorire un bimbo sano. Si tratta del primo caso di asportazione di ovaio seguito da reimpianto e gravidanza in una donna così giovane. In passato già altre donne avevano partorito dopo il reimpianto di parti di ovaio, ma erano tutte più adulte. Il caso è stato riportato sulla rivista scientifica Human Reproduction.

La ragazza dovette subire l’espianto dell’ovaio a 13 anni a causa di un’anemia drepanocitica, che consiste in un grave disordine del sangue. La giovane fu sottoposta ad un ciclo di chemioterapia, ma prima di questa cura che l’avrebbe resa sterile, i medici le asportarono l’ovaio sano, nella speranza di poterlo riutilizzare in futuro. La tredicenne non aveva ancora avuto la prima mestruazione, ma era entrata in pubertà. Un intervento che è andato a buon fine, grazie ad un team di medici del Belgio. La 27enne è diventata mamma lo scorso novembre, dando alla luce un bimbo in perfetta salute. Il merito dell cura va alla dottoressa Isabelle Demeestere, dell’Erasme Hospital di Bruxelles. Secondo la dottoressa questo tipo di trattamento potrà funzionare anche sulle bambine che ancora non hanno iniziato la pubertà. Il congelamento del tessuto ovarico sano è una procedura che è stata impiegata finora su donne adulte e che ha avuto successo. Se dovesse funzionare anche sulle bambine permetterà di preservare la loro fertilità nel caso dovessero sottoporsi a cicli di chemioterapia o altre cure pesanti.

Una speranza dunque per il futuro di tante ragazzine.

Impostazioni privacy