Sarah Scazzi: nuove perizie sui cellulari

Una perizia sui cellulari potrebbe riservare colpi di scena nel processo per l’uccisione di Sarah Scazzi.

Telefono cellulare ( Justin Sullivan/Getty Images)
Telefono cellulare ( Justin Sullivan/Getty Images)

La perizia è stata disposta dal collegio giudicante. CheDonna.it vi racconta i particolari.

Sviluppi al processo sulla morte di Sarah Scazzi

Oggi, al processo di Appello in corso a Taranto per la morte di Sarah Scazzi, i consulenti nominati dal presidente del collegio giudicante hanno presentato i risultati della perizia sui cellulari di Sabrina Misseri e di Cosima Serrano, rispettivamente cugina e zia di Sarah, condannate in primo grado per l’uccisione della ragazzina di Avetrana. La perizia, effettuata dal Politecnico di Torino, riguarda i dati della relazione tecnica dei carabinieri del Ros di Lecce sulle celle telefoniche agganciate dai cellulari di Sabrina e Cosima nel pomeriggio del 26 agosto 2010, quando Sarah fu uccisa.

Secondo la sentenza di primo grado, che ha condannato Sabrina e Cosima, Sarah Scazzi sarebbe stata assassinata all’interno di casa Misseri, alla presenza della zia Cosima, e il cadavere della ragazzina sarebbe stato spostato in garage in un secondo momento, per prudenza. Secondo la difesa della donna, invece, Sarah è stata uccisa nel garage e non in casa, e Cosima non si sarebbe accorta di nulla.

La perizia del Politecnico di Torino dice che non c’è alcuna certezza sulla localizzazione del telefono cellulare di Cosima Serrano e questo elemento potrebbe aprire nuovi scenari nel processo.

Inoltre, la perizia rileva che il il cellulare di Sarah ha smesso di funzionare alle 14.42.48 nel garage della famiglia Misseri, proprio nei momenti in cui lo zio Michele afferma di averla strangolata con una corda e quando Sabrina dice di averla provata a chiamare insieme all’amica Mariangela Spagnoletti. Quindi, nell’istante in cui il cellulare ha smesso di funzionare, Sarah era in garage, mentre Sabrina era in strada con l’amica. Pertanto, come sostengono gli avvocati di Sabrina e Cosima, le due donne non avrebbero commesso il delitto e a questo punto, con un nuovo colpo di scena, tornerebbe in causa zio Michele, che fin dall’inizio, nonostante le ritrattazioni e le diverse versioni date agli inquirenti, si era autoaccusato dell’omicidio della nipote.

L’altro elemento emerso dalla perizia sulle celle telefoniche è che i dati ricavati dalle indagini, effettuate nel gennaio del 2011 dai carabinieri del Ros, non si potevano integrare a causa dei cambiamenti nel frattempo intervenuti agli apparati e alle configurazioni della rete dell’operatore. Dunque, ha sottolineato l’avvocato difensore di Cosima, si è trattato di “accertamenti irripetibili a cui la difesa non è stata ammesso e questo ha leso un diritto delle due imputate”.

La sentenza di appello del processo per l’omicidio di Sarah Scazzi potrebbe riservare delle sorprese. Intanto, la requisitoria del pubblico ministero è stata fissata al 12 giugno prossimo.

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