LIBRI: ‘La piccola Battaglia portatile’

54467a25-66e8-4477-a513-95e0d4c8b6b1Oggi, CheDonna, per la categoria Libri, vi propone una novità: La piccola Battaglia portatile di Paolo Nori, in libreria dal 28 maggio.

Di quasi tutte le persone che conosciamo il momento più forte, memorabile, quello dove li vediamo davvero, è il primo incontro, quando li vediamo per la prima volta, e il primo incontro con i nostri genitori non ce lo ricordiamo, è come se non ci fosse mai stato, li conosciamo senza averli incontrati invece io la Battaglia, mi ricordo benissimo, il momento che l’ho incontrata, sono stato il primo a vederla in faccia lì in sala parto so anche quello che ho pensato, che ho pensato, me lo ricordo come se succedesse adesso: Merda, ho pensato, è uguale a me.”

La Battaglia è una bambina che quando aveva otto anni, la prima volta che è andata a dormire in un albergo, a Torino, quando è arrivata alla stazione di Torino Porta Nuova si è fermata davanti al tabellone delle partenze ha allargato le braccia ha detto «Che città meravigliosa».

Il babbo della Battaglia non sa bene cos’è, che spazio occupa, da che parte sta, e ha una specie di diffidenza per il divertimento, così prima viaggiava soltanto per presentare dei libri, poi ha cominciato a andare in certi posti anche senza dover lavorare, perché gliel’ha chiesto la Battaglia; e questi giri in terre sconosciute, come Roma, Trento, o Amsterdam o Parigi, con la Battaglia, gli è sembrato bello raccontarli.

E gli sembrava bello raccontare anche, però, altre conversazioni fatte con la Battaglia, anche quando era più piccola, perché la Battaglia, a pensarci, negli ultimi sei anni è stata la persona con la quale probabilmente ha fatto le conversazioni che gli son rimaste più impresse.

E tra viaggi, dialoghi in bicicletta, sulle panchine, in treno, prima di addormentarsi, c’è la vita della Battaglia con il suo babbo.

Un babbo che nel suo ruolo di babbo non sa bene come chiamarsi, come vestirsi, da che parte stare, fa fatica a capire cosa può fare, per aiutarla a stare al mondo, fa fatica a dirle quello che si può fare e non si può fare, fa fatica a capire che relazione hanno, a darle un nome, perché son padre e figlia, ma un padre e una figlia molto diversi dal padre e il figlio che erano stati lui e il suo babbo, completamente, diversi.

“Con la Battaglia mi era successa una cosa, che una volta lei, eravamo a casa sua, non abitavamo insieme (e già questo, di per sé, sarebbe già fuori dall’universo del buon padre di famiglia, mi sembra, avevo detto) e lei, in salotto, gattonava sulla spalliera del divano, e io le avevo detto «Secondo me non va bene, che fai così», e lei si era fermata, mi aveva guardato, ma cattiva, e mi aveva detto «Tu non devi dirmi Secondo me, tu devi dirmi Non va bene».”

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