LIBRI: ‘Le ali di Icaro’

96b66b2b-415b-4ff3-a698-16fee246d759Oggi, CheDonna, per la categoria Libri, vi propone una novità: Le ali di Icaro.

Dopo i fortunati L’aviazione italiana 1940-1945 (Odoya 2012) e Un secolo di battaglie aeree (Odoya 2013) Mirko Molteni cambia registro, ma non passione e compone il più completo volume sulla storia dei tentativi dell’uomo, più o meno riusciti, di staccarsi dal suolo. Leonardo da Vinci è stato il nume tutelare e ispiratore di quasi tutti i pionieri del volo: gli esperimenti del geniale scienziato/artista sono uno dei leitmotiv di questo volume. Molteni questa volta preferisce la leggerezza degli aneddoti sulle prime mongolfiere o sui buffi ornitotteri (superleggeri con ali mobili) e conclude la trattazione prima del periodo in cui la tecnologia dei fratelli Wright e di Zeppelin erano già state messe al servizio di mortiferi eserciti impegnati nel primo conflitto mondiale.

Nel 1975 a Nazca si è tentato di far sollevare un pallone costruito con i materiali conosciuti in epoca Maya (2000 anni fa!), per capire se i famosi disegni nel grano potevano essere effettivamente stati opera dell’uomo volante. L’esperimento è riuscito, aprendo nuove ipotesi sui primi voli.

Per quanto sia accattivante l’idea di voli precolombiani, sappiamo che in Europa solo nel 1670 Francesco Lana de Terzi, curioso padre gesuita di Brescia, riuscì probabilmente a far sollevare delle vesciche piene d’aria calda, che nel suo progetto (descritto nel suo Prodromo) dovevano sollevare una navicella, la prima “aeronave” della storia. Sarà poi Padre Gusmão (anch’esso gesuita) che con il beneplacito del re del Portogallo riuscirà a sollevare la sua Passarola (colombella) fino alla sommità della Torre di Lisbona (60 metri), intorno al 1709. La funzionalità era anche in quel caso militare (forzare con viveri e armi i numerosi assedi del periodo), ma a differenza dei primi aerei bellici i voli sperimentali dei gesuiti restavano avvolti da un alone magico.
Davvero poetica la storia del primo pallone moderno, il Brazil di Alberto Santos-Dumont che a Parigi riuscì a volare più volte intorno alla neonata Tour Eiffel. Quasi buffa la messe di “balene volanti” ora a forma di sigaro, ora di supposta, che solcarono i cieli nel secolo successivo.
Ma non bastava essere più leggeri dell’aria, bisognava anche riuscire a sollevare mezzi più pesanti. Intrepidi avventurieri precedettero i Wright, a volte giocandosi la vita pur di raggiungere il cielo o almeno essere un po’ più vicini ad esso.
Otto Lilienthal compì più di duemila voli planati lanciandosi con un aliante dalle colline della sua Germania prima del volo che gli fu fatale. C’era forse differenza tra questi tentativi e il primo “volo” di Orville Wright sul Flyer I nel 1903, che durò solo dodici secondi? Lilienthal stava infatti pensando ad aggiungere un motore al suo aliante.
Entusiasmante la cronaca dei tentativi italiani di creare macchine volanti, per fare un solo esempio quelle di Enrico Forlanini inventore dell’elicottero a vapore e per un soffio superato da Zeppelin nella riuscita dell’impresa di creare il primo dirigibile.
Un libro divertente, avvincente e poetico (non a caso molti dei pionieri del volo erano artisti più che scienziati) che riesce a coinvolgere nel rapporto tra uomo e volo prima che il cielo fosse definitivamente conquistato.

Mirko Molteni, nato a Desio nel 1974, è laureato in Scienze Politiche. Giornalista per diversi quotidiani nazionali (La Padania, Libero, Italia Oggi), collabora con riviste specializzate di aeronautica e argomenti militari (Volare, Ali Antiche, Aerei nella Storia, RID) e con il Museo dell’Aviazione “Volandia”, presso Malpensa. Per Odoya ha già pubblicato L’aviazione italiana 1940-1945, Un secolo di battaglie aeree e Storia dei grandi esploratori.

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