Fa causa ai gay di tutto il mondo: “Hanno infranto le regole morali e religiose”.

Una donna di 66 anni, originaria del Nebraska e che si chiama Sylvia Ann Driskell di Auburn, proclamandosi come ambasciatrice di Dio e Gesù Cristo, ha presentato una ricorso alla Corte del Distretto di Omaha, con una petizione di 7 pagine, con la quale intende avviare una causa federale contro tutte le persone omosessuali in quanto hanno infranto “le regole morali e religiose”.

TEL AVIV, ISRAEL - JUNE 8:  A lesbian couple hold hands during the annual Gay Pride rally, on June 8, 2007 Tel Aviv, Israel's most cosmopolitan city. Thousands of alternative lifestyle Israelis took advantage of the mild summer weather to celebrate sexual freedom amidst calls from Jewish, Muslim and Christian religious leaders to ban a similar rally in Jerusalem later this month. (Photo by David Silverman/Getty Images)

La signora Driskell, come riportano le testate locali, ha sostenuto che “l’omosessualità è un peccato e che gli omosessuali sanno che è peccato vivere una vita come omosessuali. Perché altrimenti nasconderebbero il segreto?”.

Nella sua relazione, secondo le indiscrezioni, la 66enne cita sia il dizionario Webster che una serie di passaggi della Bibbia, sfidando il giudice del Distretto, John M. Gerrard, a non “giudicare Dio come un bugiardo” e a stabilire se l’omosessualità è un peccato.

La Driskell inoltre si rivolge ai gay definendoli “mentitori, imbroglioni e ladri”: “Non ho mai pensato che avrei visto il giorno in cui la nostra Grande Nazione del nostro Grande Stato del Nebraska sarebbe diventata così accondiscendente verso i comportamenti osceni di alcune persone. E’ grazie all’indulgenza del Signore che non siamo arsi, perché la sua compassione è infinita”, scrive in alcuni passaggi la donna.

La corte ovviamente ha respinto il caso e non ha emesso un mandato di comparizione, ma l’iniziativa ha sollevato numerosi commenti ironici sui social da parte degli omosessuali, alcuni dei quali auspicano di essere chiamati a testimoniare.

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