Caso Yara: prelievi e Dna utilizzabili nel processo a carico di Bossetti

Si è svolta ieri mattina, un’udienza tecnica al Tribunale di Bergamo, nell’ambito della quale il gup Ciro Iacomino ha acquisito gli atti per il fascicolo dibattimentale del processo che inizierà il prossimo 3 luglio a carico di Massimo Giuseppe Bossetti, in carcere dal 16 giugno del 2014, con l’accusa dell’omicidio di Yara Gambirasio, la tredicenne di Brembate di sopra, uccisa nel 2010.

bossetti

Tra gli atti presentati dalla Procura di Bergamo, sono stati ammessi anche quelli relativi al Dna trovato dal Ris sul corpo Yara che la difesa di Bossetti aveva invece chiesto di escludere in quanto giudicati irrepetibili. Il gup ha deciso che una decisione definitiva in merito venga presa dalla Corte d’Assise. L’avvocato di Bossetti, Claudio Salvagni aveva evidenziato che l’analisi è piena di “aporie”. Infatti, sembrerebbe che sul corpo di Yara, tra la cute vaginale e i suoi slip sarebbe stato rinvenuto un residuo organico simile ad uno spermatozoo, che però non è mai esaminato prima in quanto l’accusa in fase di indagine lo ritenne “non identificabile” come tale per via della “testa troppo grande”.

La difesa del muratore di Mapello ha invece chiesto che il reperto sia esaminato, in quanto il Dna estrapolato da quel presunto spermatozoo, infatti, potrebbe dare conferma di un’altra presenza maschile.

Antonello Soro, Garante della privacy, ha criticato il modo in cui è stata presentata tutta la vicenda preprocessuale, sottolineando che “prima ancora dell’avvio del vero e proprio processo, il cittadino Bossetti è stato trattato in modo incivile e rappresentato come un mostro in prima pagina. Non spetta ai giornalisti emettere la sentenza usando i ferri di campagna, come accadeva una volta, prima che un processo di civilizzazione avesse trovato una norma che esplicitamente lo vietasse”.

Motivazioni Cassazione

Nel frattempo sono state depositate le motivazioni con le quali la corte di Cassazione ha negato lo scorso 25 febbraio la scarcerazione a Bossetti. Un fascicolo di 23 pagine, nel quale i supremi giudici hanno indicato che “il prelievo di tracce biologiche sul cadavere di Yara Gambirasio e la successiva analisi del Dna, compiuta dal Ris, che consentiva l’identificazione di Massimo Bossetti, limitatamente alla fase cautelare sulla quale ci si deve pronunciare, sono utilizzabili nei suoi confronti”.

questa la motivazione depositata dai giudici che hanno respinto la richiesta di scarcerazione lo scorso 25 febbraio. Per la Suprema corte, infatti, “Il prelievo di tracce biologiche sul cadavere di Yara Gambirasio e la successiva analisi del Dna, compiuta dal Ris, che consentiva l’identificazione di Massimo Bossetti, limitatamente alla fase cautelare sulla quale ci si deve pronunciare, sono utilizzabili nei suoi confronti”.

Per quanto riguarda la permanenza in carcere di Bossetti, la Cassazione ha sottolineato che il tribunale del riesame ha motivato l’opzione più rigida di custodia in quanto data la gravità del delitto posto in essere con una “condotta criminale efferata espressiva di una possibile ricaduta nel crimine, sintomatica di una personalità altamente trasgressiva“.

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