Legambiente: allarme inquinamento delle risorse idriche in Italia

In occasione della Giornata mondiale dell’acqua che si celebra il 22 marzo, Legambiente ha lanciato un allarme sulle sorgenti di acqua nel Belpaese, denunciando che vi sono tanti casi di inquinamento dell’acqua.

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“L’acqua italiana è ammalata”, ha ammonito l’associazione ambientalista, sottolineando che a causa della “malagestione” sono in pericolo fiumi, laghi e corpi idrici. Nel rapporto sviluppato d Legambiente viene anche inserita una cartina dell’Italia con casi di inquinamento.

In pericolo vi sono le falde del caso Tamoil a Cremona, l’acqua di Augusta, Priolo e Melilli in Sicilia, la valle del fiume Sacco, il basso bacino del Chienti e il caso del fiume Sarno così come  la falda di Bussi sul Tirino a Pescara, quella tra Vicenza, Verona e Padova, quella di Solofra, in provincia di Avellino e il lago Alaco in Calabria.
Ma non tutti i casi sono negativi. Infatti, l’associazione ha evidenziato anche storie di “acque salvate”: come ad esempio i contratti di fiume in Lombardia, sul Lambro e l’Olona, gli interventi di riqualificazione fluviale sul Cherio, in provincia di Milano e il caso della Val Bormida al confine tra Piemonte e Liguria.
Legambiente ha poi voluto ricordare che il 2015 è l’anno in cui dovrebbero essere raggiunti gli obiettivi di buona qualità delle acque: , precisando che si tratta di “una scadenza a cui il nostro Paese arriva con grande ritardo”.

Infine, l’associazione ha stimato che per il 2015 sul buono stato dei corpi idrici superficiali dovrebbe arrivare “solo al 29%”, mentre per quelle “sotterranee dovremmo passare al 52,7%”.

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