Isis: il 64% degli italiani teme attentati e il 67% ritiene che l’Italia non è preparata

All’indomani della strage al museo Bardo di Tunisi, dove sono morte una ventina di persone, tra le quali quattro turisti italiani, è stato condotto un sondaggio Ixè, per Agorà (Raitre) sui timori e rischi di attentati nel belpaese, considerando inoltre le minacce dello Stato Islamico nei riguardi dell’Italia.

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Dal sondaggio emerge che il 64% degli italiani teme degli attacchi nel nostro Paese e ben il 67%, ritiene che l’Italia non sia in grado di fronteggiare un eventuale attacco.
In base ai risultati, il 66% degli italiani ritiene che la comunità islamica non fa abbastanza per isolare estremisti e terroristi e solo il 12%, invece, pensa il contrario.
“La percentuale di chi non si fida del mondo islamico è molto elevata. La strage di Tunisi e, solo due mesi fa, l’attacco alla redazione di Charlie Hebdo sicuramente hanno influenzato il giudizio di molti”, ha commentato il presidente Ixè, Roberto Weber .

L’attentato a Tunisi è stato subito rivendicato dallo Stato Islamico (Isis) che ha anche annunciato nuove azioni con un messaggio Twitter: “Quello che avete visto è solo la prima goccia di pioggia”.

A fine febbraio, l’Isis aveva minacciato il Mediterraneo scrivendo che Il Mediterraneo si colorerà di sangue italiano” e minacciando l’Italia invitandola a non entrare in guerra contro lo stato islamico altrimenti il Mar Mediterraneo “si colorerà con il sangue dei vostri cittadini”.

Sui timori per l’Italia, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha riconosciuto che “Roma è un simbolo, è l’idea dell’Occidente”, affermando che il Belpaese è in “massima allerta” per il rischio di attentati jihadisti. Il ministro a però voluto ribadire che “non si hanno notizie di minacce specifiche,”ma non dobbiamo trarre conclusioni né di tipo allarmistico, né irragionevole. E non dobbiamo rinunciare alle nostre libertà”.  “Siamo un Paese sicuro- ha poi aggiunto Gentiloni- che deve fare il massimo sforzo contro la minaccia terroristica”, evidenziando che “non siamo un Paese che ha una minaccia di guerra”.

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