Mobbing donne in gravidanza: ministro Lorenzin lancia inchiesta su attuazione congedi di maternità

In occasione della Festa della donna dell’8 marzo, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha lanciato un allarme sulle condizioni di lavoro delle donne in stato di gravidanza, per cui vi sarebbero numerosi casi di mobbing.

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“In Italia ci sono ancora problemi sui diritti della donna in maternità. Ci arrivano molte segnalazioni di casi di mobbing dove si cerca di dissuadere le lavoratrici a prendere congedi lì dove hanno la possibilità: un attacco al diritto al lavoro e alla salute”, ha riferito il ministro, annunciando di voler “promuovere un’inchiesta sullo stato di attuazione dei congedi di maternità nel nostro Paese, soprattuto per le lavoratrici autonome e per quelle che hanno condizioni contrattuale più difficili rispetto ai dipendenti”.

In un’intervista rilasciata all’Agenzia Stampa, Adnkronos, il ministro ha poi spiegato che “nel Governo c’è molta attenzione a questo problema. Stiamo lavorando con il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti per realizzare un pacchetto di misure per la donna, la maternità e la genitorialità, con l’obiettivo di comunicare ed avviare una strategia comune sulla natalità”.
Infatti, l’Italia è uno dei paesi europei con il minor tasso di natalità e secondo i dati Istat, nel 2014 si è registrato il record negativo delle nascite nel Belpaese. Tanto che lo stesso ministro Lorenzin ha sottolineato come “i tassi di nascita troppo bassi si tradurranno tra pochi anni in problemi economici e sociali che dovremmo affrontare”.

E proprio nel giorno in cui entra in vigore la tanto discussa riforma del mercato del lavoro “jobs act“, Lorenzin ha voluto evidenziare le azioni già messe in atto dal governo per questo problema: “Con i decreti attuativi del Jobs Act abbiamo affrontato un tema molto importante, quello dei congedi di maternità e paternità estendendoli anche ai casi di adozione e affidamento e prevedendo una maggiore elasticità dell’uso di questa possibilità in base alle esigenze della mamma”.
“Un punto che persegue un’evoluzione del diritto che stiamo portando avanti e che fa parte di un ragionamento più ampio, un esempio è il bonus bebé”, ha concluso il ministro.

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