Hiv: ricerca italiana individua il meccanismo con il quale si nasconde il virus

Recentemente una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica “Nature”e condotta dal Scripps Research Institute in California aveva indicato un nuovo approccio per combattere il virus dell’HIV, agendo direttamente sul dna, elemento che fin ad oggi non era mai stato intrapreso sotto quel punto di vista.
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A ciò si aggiunge la straordinaria scoperta messa a punto da un team di ricercatori dell’International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology (Icgeb) di Trieste, coordinati dal genetista Mauro Giacca e realizzata in collaborazione con il Dipartimento Medicina dell’Università di Trieste, dell’Università di Modena e del Genethon di Parigi.

Secondo le indiscrezioni, come riportato dall’Ansa, uno degli ostacoli per sviluppare un farmaco che curasse il virus dell’HIV consisteva nel fatto che il virus quando penetra nella cellula da infettare scompare, facendo perderne le tracce. In tal modo tutti i farmaci fino ad oggi sperimentati, circa una trentina, si fermavano all’ingresso della cellula senza poter debellare il virus.
Inoltre, l’enigma risedeva anche nel ragione per cui il virus sceglieva solo alcuni dei 20 mila geni umani per integrarsi e nei quali si nascondeva.

La ricerca condotta da Icgeb, fotografando la struttura del nucleo delle cellule infettate, ha scoperto che il virus integra il proprio DNA vicino al guscio esterno che delimita il nucleo, in corrispondenza alle strutture del polo nucleare, attraverso il quale ha avuto accesso all’interno.

La ricerca italiana mostra come l’architettura del nucleo dei linfociti e le zone che il virus sceglie per localizzarsi favorisca il mascheramento del virus e impedisce ai farmaci di agire.

Dall’inizio degli anni ’80 quando ha iniziato a diffondersi l’epidemia di AIDS che secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha fatto oltre 80 milioni di infetti, i ricercatori non erano mai riusciti a capire il meccanismo che si celava dietro al mascheramento del virus.
Ecco perché la scoperta italiana si rivela di notevole importanza, in quanto permetterà lo sviluppo di farmaci che potranno essere più efficaci.

Il Centro d’eccellenza Icgeb creato nel 1987 e diretto da Mauro Giacca, è sostenuto da oltre 60 Paesi e sviluppa attività di ricerca e formazione di eccellenza nel campo della ricerca molecolare e delle biotecnologie.

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