Sempre più donne partono da sole per un viaggio avventura

Un viaggio avventura alla ricerca di se stesse: nel XXI secolo, sempre più donne decidono di partire da sole alla volta di mete particolari. Un fenomeno crescente che segna un cambio di paradigma.

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Rafael Matos-Wasem, professore del turismo culturale e durevole presso l’HES-SO Valais ha spiegato che “prima, il viaggio era riservato solo agli uomini. Le donne che seguivano il loro esempio erano viste come delle single incallite o madri che avevano abbandonato il loro tetto coniugale”.

Oggi però le opinioni sono cambiate anche alla luce degli innumerevoli film autobiografici che narrano molte storie di donne che hanno sfidato la vita e intrapreso viaggi da sole. Il settimanale svizzero, Femmina.ch cita un recente studio condotto dalla direzione del turismo francese e dall’International Student Travel Confederation, dal quale emerge che le donne che intraprendono da sole un viaggio sono più numerose degli uomini. In base ai dati, le donne rappresentano un quarto dei viaggiatori soli di fronte ad un 15% degli uomini. Si tratta di una nuova generazione di avventuriere tra scrittrice, navigatrici, esploratrici o donne più comuni.

Perché le donne intraprendono viaggi da sole

Ma non solo. Lo stesso sistema sociale avrebbe contribuito a questo mutamento. Infatti, come spiega il sociologo Loïse Bilat, “con i contratti a tempo determinato e l’impossibilità d’intraprendere una carriere, molte più persone sognano di realizzarsi al di fuori dell’ambito lavorativo”. Tanto che, sottolinea Bilat, “se da una parte molte donne ripiegano per un vita in famiglia, altre donne cercano di realizzare se stesse, cercando delle riposte esistenziali nel nomadismo, in quanto il sistema attuale non invita ad edificare qualcosa su delle basi stabili”.

Per Grazia Ceschi, ricercatrice presso l’Unité de psychologie clinique des émotions et du traumatisme all’Università di Ginevra, ha aggiunto che “alle donne viene chiesto di essere più performative nel mondo del lavoro. Per questo hanno necessità di prendere delle distanze, evadere e concentrarsi sulle loro priorità. Viaggiare richiede del tempo e non si può essere pertanto bloccate da opportunità lavorative”. La Ceschi spiega che le opportunità di lavoro sono sempre più rare e ancore nei ruoli più importanti figurano sempre gli uomini. Pe questo, non sorprende che siano proprie le donne a lanciarsi nelle avventure e non si tratta di giovani studenti che hanno ultimato il loro percorso di studi.

Donne che ritrovano se stesse

“Ci sono sempre più donne tra i 35-40 anni che tentano il loro viaggio in solitaria, in un momento della loro vita in cui hanno costruito una carriera, ancora innamorate, con i figli più grandi”, ha invece spiegato lo psichiatra Régis Airault in un’intervista rilasciata alla rivista “Psychologies”.
In questi viaggi, spiega Airault, “le donne ritrovano quel sentimento di onnipotenza che avevano da piccole e in alcuni casi, in questa specie di gioco, ridefiniscono se stesse e saranno portate a fare nuove scelte”.
Per Bilat, questa categoria di donne “preferisce stabilire le proprie regole e decidere dei propri limiti”.
Un superamento vero e proprio del sessismo per cui molte donne sfidano loro stesse anche con viaggi pericolosi e che richiedono la forza mascolina. Si tratta di una trasgressione al mito della donna fragile confinata nella sfera domestica.  Non più il mito di Penelope che attende Ulisse a casa.
Esperienze che, al contempo, aiutano a prendere più fiducia in se stesse. A volte, al ritorno di un viaggio, alcune donne sono più felici di ritrovare il loro tetto coniugale.

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