Che fine ha fatto la terrorista degli attentati di Parigi?

Il mondo intero è rimasto sospeso davanti alle telecamere che hanno ripreso la storica marcia che si è svolta, ieri a Parigi, alla quale hanno preso parte una cinquantina di capi di Stato: riuniti per condannare il terrorismo, hanno marciato fianco a fianco, il leader dell’autorità palestinese Abu Mazen e il premier israeliano Benjamin Netanyahu, ma anche la Cancelliera tedesca Angela Merkel, il premier italiano Matto Renzi e numerosi premier africani, tra i quali il nigeriano Goodluck Jonathan alle prese nel proprio paese con il nucleo terroristico di matrice islamica Boko Haram.

Intanto proseguono le indagini sulla strage a Parigi e dopo il blitz delle teste di cuoio con il quale sono stati uccisi tre terroristi che hanno seminato il panico nella capitale francese, non si hanno più tracce della giovane terrorista Hayat Boumediene di 26 anni, moglie di Amedy Coulibaly, il terrorista ucciso nel supermercato kosher a Parigi, responsabile dell’assassinio di quattro ostaggi.

French_Terror_Islam_Suspects

Secondo le indiscrezioni, la donna sospetta di essere complice di Coulibaly, in realtà non sarebbe più in Francia dal 2 gennaio scorso. Infatti, emergerebbe dai media francesi, che Hayat avrebbe raggiunto Istanbul da Madrid, lo scorso 2 gennaio per poi proseguire in Siria, l’8 gennaio. Con Boumediene vi sarebbe stato anche un uomo, forse, Mehdi Sabri Belouchine, parente di una persona nota alla polizia. In Turchia, però la Boumediene è stata sotto osservazione dei servizi segreti che hanno riferito che la donna ha dormito una notte in un albergo di Kadikoy, quartiere, affacciato sul mar di Marmara. Il giorno seguente sono partitiper Sanliurfa, non lontano dal confine siriano e da Aleppo (Siria).

Appello di un’amica di Boumediene

Maya, un’amica di Boumediene, che la conosce fin dai tempi delle scuole elementari, ha lanciato un appello affinché Hayat si consegni alle autorità: “Quando ho saputo il nome dell’attentatore di Porte de Vincennes, mi sono subito resa conto che si trattava del marito di Hayat”, racconta la giovane che ha poi chiesto che si consegni in quanto “la giustizia deve fare il suo corso”. Maya ha poi raccontato di aver ricevuto recentemente un sms di Hayat nel quale parlava di religione e di misericordia.
Il marito era il centro dell’universo di Hayat. Infatti, secondo il racconto fornito da Maya, la giovane sarebbe cambiata dopo averlo incontrato, avrebbe lasciato il suo lavoro di cassiera, rivestito il velo intergale e spariva senza dare spiegazioni. L’amica è convinta che il marito della donna la tenesse al corrente dei suoi progetti e che entrambi abbiamo concordato la sua partenza per la Siria. “E’ una ragazza fragile ed emotiva, è tenera, a volte un po’ infantile, piange sempre e non ha molto fiducia in se stessa”, ricorda Maya, convinta che Hayat non possa aver progettato la strage.
“Sono terrificata al pensiero di saperla in Siria, non potrà sopportare quella vita. Sicuramente la faranno sposare per forza e la metteranno in un campo. Non potrà neanche suicidarsi in quanto è proibito dall’Islam”, conclude Maya.

C.D.

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