25 novembre, giornata mondiale contro la violenza sulle donne

Può essere un insulto o una mano alzata, a volte anche una piccola provocazione o offesa, di quelle che passano inosservate ma che, giorno dopo giorno, fanno ancora più male. La violenza sulle donne è qualche cosa che forse on abbiamo ancora capito fino in fondo, una minaccia sempre più presente e pressante ma ancora purtroppo in parte ignorata.

Cosa vuoi che sia una parola mal detta ogni tanto? Se ha alzato le mani forse avrà avuto i suoi motivi. E così la sofferenza continua, le violenze non si denunciano e si finisce per credere che quelle sbagliate siamo noi.

Oggi CheDonna.it e il mondo intero dicono basta a tutto ciò: oggi è la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.

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Un confine sottile divide infatti il “ma in fondo non è successo nulla” dal “perché non lo ha denunciato in tempo”: spesso la violenza sa esser tanto subdola da rendersi irriconoscibile, ovviamente solo fino a quando il danno diventa troppo grave. Informare dunque è, almeno in quseto caso, la miglior via di prevenzione, un modo per far capire che il silenzio rischia di far ancor più male di botte o parole.

Tutti uniti oggi contro la violenza sulle donne

Le tre sorelle Mirabal, violentate e uccise da uomini dell’esercito dominicano nel 1960, sono all’origine della ricorrenza che oggi il mondo intero celebra: l’evento fu così drammatico che le Nazioni Unite scelsero la data della loro morte per ricordare quella di tante altre donne ma anche per commemorare i tanti lividi, reali o emotivi, con cui ogni giorno centinaia di donne devono convivere.

L’ennesimo “mai più” verrebbe da dire, uno dei tanti che nel XXI secolo sembrano destinati a non avere seguito. Ma come esimersi di fronte a cifre che mettono i brividi solo a leggerle? In Europa ogni giorno 7 donne vengono uccise e in Italia una donna muore ogni due giorni, sempre per mano del partner.

Forse parlare non potrà cambiare la situazione ma potrà aiutare qualche donna a non sentirsi sola, a non sentirsi colpevole, a non sentirsi condannata. Allora ne sarà valsa la pena.

 Da questa giornata imparami allora ad aguzzare la vista, a non accettare nemmeno un insulto o un semplice spintone, a sostenere chi affronta il difficile percorso che precede la denuncia, a comprendere come il Principe Azzurro nn si nasconde mai dietro i lividi.

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