Brittany Maynard è morta: sabato sera il suicidio assistito da tempo annunciato

E’ morta come voleva Brittany Maynard, circondata dalle persone che amava, serena e nel suo letto. La decisione di andarsene sabato sera, dopo il compleanno del marito, pareva negli ultimi giorni esser stata rinviata ma così non è stato: Brittany ha dato seguito alla decisione presa mesi fa, divenuta poi pubblica con straordinario clamore e soggetta di conseguenza a infinite dissertazioni.

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CheDonna.it vi racconta le ultime ore di questa giovane donna, divenuta paladina per la legalizzazione del suicidio assistito in tutti gli stati dell’Unione americana. Una battaglia certo controversa ma che ha avuto, se non altro, il pregio di far riflettere l’intero Pianeta.

Brittany Maynard, il suo addio al mondo

Lungo è stato il viaggio di Brittany da quel giorno di gennaio in cui le è stato diagnosticato il tumore alla sera di sabato quando, con una manciata di pillole, ha deciso di dire basta. Molti avrebbero preferito lottare senza sosta, altri si sarebbero ritirati nel loro piccolo angolo di mondo per affrontare il difficile percorso in solitaria ma non Brittany: lei ha scelto invece di condividere la sua strada con il resto del mondo, non per esibizionismo o simili ma perché, forse, quell’inspiegabile e crudele destino toccatole in sorte avrebbe potuto servire ad uno scopo più alto.

Con un video discusso, criticato ma comunque particolarmente toccante, questa giovane donna ha voluto trasformare la sua storia in un esempio, un baluardo affinché il suicidio assistito venisse legalizzato in tutti gli Stati Uniti d’America. Quella della morte, secondo le sue regole però e non quelle del cancro, era infatti la strada scelta di Brittany, una strada di cui era tanto sicura che, pur di seguirla, ha fatto le valigie e si è trasferita in Oregon, là dove l’eutanasia è ad oggi legale.

Ovviamente però il viaggio di Brittany non si è fermato nella nuova casa. Lei, che amava l’avventura e da sempre viveva una vita piena e ricca di sogni, ha voluto infatti realizzare qualche progetto prima di salutare tutti e partire per il suo ultimo viaggio: una gita al Grand Canyon, per esempio, ma anche la creazione di una fondazione che, anche dopo la sua dipartita, potesse proseguire nella battaglia per la libertà di scegliere. Già perché quella di Brittany non era una lotta per la morte ma per la vita: quanto può amare infatti vivere una persona che non accetta di devolvere i suoi ultimi giorni alla sofferenza e a una lenta agonia? Fino all’ultimo Brittany è stata circondata dall’amore e da quella famiglia tanto coraggiosa da saper rispettare la sua scelta e da riuscire a sostenerla nel portarla avanti.

C’è stato chi ha detto che il clamore mediatico è stato eccessivo, chi ha voluto sottolineare come arrendersi non sia mai la scelta giusta, chi è arrivato a sostenere che la bellezza della ragazza fosse più intrigante per i media della sua scelta. Posizioni accettabili? Qualcuna meno e qualcuna più ma quel che conta è che Brittany abbia fatto discutere, parlare, riflettere: certo, i toni in alcuni casi sono stati un po’ troppo accesi ma se è questo il prezzo da pagare perché argomenti delicati come il suicidio assistito possano essere trattati ci sembra uno scotto accettabile.

Ecco perché oggi, nel dire addio a questa donna coraggiosa, ci sentiamo di ringraziarla, non tanto per aver lottato affinché la libertà di scelta fosse sempre e comunque garantita (cosa che potrebbe risultare di parte e non universalmente condivisibile) ma perché ci ha regalato la possibilità di scegliere, di discutere, di pensare, dono raro nel secolo delle verità assolute e dei dubbi azzerati.

Vi lasciando dunque con le ultime parole di Brittany, un saluto consegnato alla sua pagina Facebook e, con essa, al mondo intero:

Addio a tutti i miei cari amici e alla mia famiglia, che amo. Oggi è il giorno che ho scelto per morire con dignità, davanti alla mia malattia terminale, questo terribile cancro che ha portato via così tanto da me, ma che avrebbe preso ancora di più. Il mondo è un bel posto, il viaggio è stato il mio maestro più grande, i miei amici più stretti e miei parenti sono le persone più generose e altruiste. Ho anche un cerchio di supporto intorno al mio letto, mentre scrivo… Addio mondo. Spargete buona energia. Siate generosi, pagate in anticipo per restituire ad altri il bene che ricevete”.

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