LIBRI: ‘Krokodil’

8c332e58-65fb-430e-8159-75439d9fe93fOggi, la redazione di CheDonna per la sezione Libri, vi propone il primo libro italiano sulla terribile droga: il krokodil. Firmato da una talentuosa giornalista d’inchiesta, il romanzo è in uscita il 6 novembre per le edizioni Meridiano Zero.

l krokodil o desomorfina è una droga potentissima che sta falcidiando il sottoproletariato russo.
L’incredibilmente rapida diffusione è dovuta al fatto che la droga è sintetizzabile da semplici farmaci da banco. Tipici effetti sono le scarnificazioni, i veri e propri “buchi” nella pelle e negli organi che sono diventati tristemente noti. L’approccio del romanzo e dell’inchiesta di Achmedova è invece del tutto inedito: alla sua prima traduzione mondiale, Krokodil racconta le motivazioni e gli effetti della droga attraverso le vicende dei drogati stessi. Achmedova è una giovane e talentuosa giornalista d’inchiesta che si è infiltrata in un drug den di Ekaterinenburg, città provinciale, ma di medie dimensioni della Russia centrale. Ha vissuto con i drogati di krokodil, ha assistito alla preparazione e ne ha ascoltato gli effetti dalle bocche di chi si era appena fatto. Ha inoltre capito chi fossero questi giovani o meno giovani, le alternative che l’esistenza gli prospettava e come le istituzioni li trattano.

Ha così composto un reportage pubblicato dapprima su Russky Reporter. Dopo pochissimi giorni l’autorità per le comunicazioni russe ha tacciato la scomoda inchiesta di “incitamento alla droga” e l’ha completamente censurata. Al governo Putin/Medvedev non va giù che si parli di questo macroscopico problema e di ciò che non si fa per affrontarlo.
Il reportage, frutto del rischioso lavoro sul campo, compare nuovamente sul sito internazionale Open democracy.net
Non paga della diffusione in inglese, l’autrice scrive un romanzo, intitolato appunto Krokodil che racconta la storia di un gruppo di dipendenti dalla mefitica sostanza.

Una domanda iniziale sottolinea la spirale di dipendenza su cui è imperniato il romanzo: “Perché il serpente porse a Eva la mela?”. Questa domanda svela la tematica del rapporto tra vizio e disuguaglianze di genere. Le protagoniste sono infatti due giovani donne: Sveta e Jaga, due sorelle. Il contrasto tra le loro aspirazioni: un matrimonio, l’amore, dei figli e un lavoro con cui comprarsi borsette e farsi “una lampada al giorno” e la routine di drogate di krokodil è violento. La femminilità delle protagoniste del romanzo è frustrata, la vita “normale” di donne, madri o spose è loro preclusa da un circolo vizioso che cortocircuita l’assunzione di krokodil con i fallimenti esistenziali.
Jaga è innamorata di Vanja, che però ha appena avuto un figlio da Linda. Sveta è incinta di Oleg e positiva al test dell’HIV. Le loro amiche sono tutte tossiche. Anjuta è vedova: il marito è annegato e lei si “fa” per dimenticare la sua vita da sposata. Le famiglie per loro costituiscono un peso più che un aiuto. Sia Sveta che Jaga sono costrette ad abortire. I pochi uomini del romanzo sono violenti, pavidi o insignificanti, sempre pronti a sfruttare le ragazze che stanno loro vicino per farsi.

Il vuoto di quelle vite è il vuoto di tanti, ahimè, in Russia; la scrittura di Achmedova (ha pubblicato numerosi romanzi con il grosso editore russo AST) tratteggia con profonda comprensione i ritratti di Jaga e le altre.
Krokodil è un grido di dolore e compassione, Jaga e Sveta (nomi di figure mitologiche slave, peraltro) sono le attuali Christiane F, ma questo è un fenomeno ancor più tragico dell’eroina. Come afferma Achmedova nella premessa scritta appositamente per l’edizione italiana: la politica rimuove dai problemi da affrontare il krokodil e la disperazione delle persone che ne fanno uso.

Il volume di Krokodil riporta sia il romanzo che il reportage di Achmedova per una comprensione a 360° della “droga che ti mangia”.

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