LIBRI: ‘Forte e sottile è il mio canto. Storia di una donna obesa’

cover«Che cos’è che non vogliamo vedere negando all’obesità il suo status di malattia ancora misteriosa, ma non per questo meno malattia? Perché ci ostiniamo, culturalmente, a pensare che si tratti solo di scarsa forza di volontà, mancanza di autocontrollo, autocompiacimento e mollezza?»

Ci voleva un romanzo. O meglio:  un racconto coraggioso –autobiografico, spietato, diaristico. Per dire  verità che in molti ignorano, che altri fingono di non vedere: l’obesità è uno dei problemi più gravi e comuni che affliggono oggi le popolazioni occidentali. E nella coscienza collettiva è pure peggio: l’obesità è una colpa.

C’è tutto questo –e molto di più- nel nuovo libro di  Domitilla Melloni, autrice e protagonista di queste pagine. Che  formano un oggetto narrativo necessario, non solo perché affronta una delle malattie più sconosciute e “scomode” del nostro tempo, ma perché permette al lettore di entrare nell’abisso di solitudine del malato, costringendolo a un esame di coscienza delle proprie credenze. L’autrice, con il coraggio della prima persona, alternando capitoli più propriamente narrativi al diario d’analisi e al resoconto dei suoi ricoveri in ospedale, riesce ad andare dritta al cuore del lettore e a portargli il suo difficile messaggio.

Non esistono colpe.

La censura sociale dell’obesità è una sciocchezza.

Servono invece  medici attenti, appassionati, e comprensione e gentilezza per fare, con gli obesi, quello che è normale con tutti gli altri malati: la diagnosi di una malattia che ha conseguenze precise. Ovvero il passo finale di questo libro, bello e doloroso, che si concluderà con un senso di liberazione.

Prima, naturalmente, c’è tutto il resto. L’infanzia dell’autrice, trascorsa circondata dall’affetto premuroso e spartano dei genitori, periodo felice ma non completamente spensierato. Poi  la goffaggine tipica della prima adolescenza e il racconto della costruzione a tavolino di una personalità formata da caratteri molteplici, dimidiata comunque dalla discrasia avvertita tra la propria interiorità (Puella) e l’immagine di un corpo che, da subito, sembra non rispondere agli stimoli (Straniero).

A fare da filo conduttore, con curve inattese, c’è sempre tutta la  vita prepotente di Domitilla: fatta di bellezza, di confronto, di scontro, di impegno, di incontri inattesi, di figli, conquiste che non si potevano preventivare. Gli anni di colpevolizzazioni e umiliazioni, trascorsi a combattere una delle credenze più radicate nel senso comune, non sono comunque pochi . E non è mai facile, per l’autrice, dimostrare che  un obeso non è obeso perché ingordo, pigro o senza autocontrollo.

Superare il senso di colpa e i pregiudizi sociali che da sempre accompagnano i malati è comunque  possibile. E’ questo il messaggio, difficile ma rigenerante, di questo libro che si lascia ricordare.

Domitilla Melloni, è una consulente filosofica (è tra i fondatori della SABOF, Società di Analisi Biografica a Orientamento Filosofico) e insegna a Milano presso la Scuola Superiore di Pratiche Filosofiche Philo.  Tiene regolarmente conferenze e workshop.

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