LIBRI: ‘Henry Miller’

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Odoya edizioni presenta la biografia di un altro grande autore del Novecento. Il 2 ottobre in libreria per la collana Odoya Library.

Gentile, sensibile, profondo, appassionato di astrologia e amante della natura. Che sia davvero sconosciuto l’Henry Miller di questa biografia inedita (Henry Miller Unknown, marzo 2014, Arcade Pub) e che si candida per il titolo di biografia definitiva dell’autore dei Tropici (del Cancro e del Capricorno) non v’è dubbio.

Sempre dipinto come un bohemien parigino o un detrattore della propria patria (Brooklyn!), un po’ scapestrato e sempre alla ricerca di qualche musa possibilmente giovane e nuda, il vero Henry Miller rimane per i lettori un oggetto non ben identificato. Forse è proprio la sequela di scuse da “sono opere troppo sui generis” a “a me non è stato insegnato” raccolte tra i docenti statunitensi di letteratura inglese in una ricerca parallela alla stesura di questo volume (riportata in appendice) a giustificare quest’area grigia nella conoscenza di uno dei più brillanti autori americani di tutti i tempi.

Più che sul periodo che trascorse a Villa Seurat l’autore si focalizza sul periodo “bucolico” a Big Sur sulla costa californiana. Dal suo ritiro in una sperduta capanna senza luce e gas (ma che gli costava solo 10 dollari al mese di affitto) Miller esercitava un forte potere di fascinazione su studenti, editori e amanti. Ebbe in quel piccolo paradiso ben due relazioni lunghe (tra cui quella con la Lepska, terza moglie e madre dei suoi figli Valentine e Tony). Ascoltando gli uccellini e l’eco dolce dell’oceano scrisse una delle sue opere più importanti: The Rosy crucifixion cioè i tre libri Plexus, Sexus e Nexus, una sorta di autobiografia romanzata delle sue vicende letterarie e sessuali. I tre libri, infarciti di vera e propria filosofia milleriana, rappresentano un unicum nella storia della letteratura e tra detrattori ed entusiasti sono giunti fino alla fama di cui godono oggi. In questo autore l’estremamente e indubitabilmente o-sceno e il sublime superamento dell’umano (in armonia col cosmo) si fondono indissolubilmente.

Ampia parte del volume di Hoyle si basa sulla “schifosa vicenda della censura” che ha letteralmente tenuto a pane e acqua l’autore per tutta l’esistenza. Solo nel 1961, Tropico del Cancro esce negli Stati Uniti mettendo Miller di fronte alla propria “fama” americana.
Il Miller diplomatico che raccoglieva recensioni mai si capacitò fino in fondo di quanto i Tropici potessero realmente essere scabrosi e mai perdonò la bigotteria puritana alla propria patria.

L’America resta per Miller un “incubo ad aria condizionata” e solo nel continuo carteggio con amici intellettuali di tutto il mondo trovò la ragione per continuare a scrivere e a vivere. E, ovviamente, nelle donne che amava avere accanto, sposare e conoscere da vicinissimo. In epoca di erotismo da mass market leggere la biografia del più alto tra gli “sporcaccioni” letterati aiuta a capire cos’è la letteratura erotica di qualità e quanto ha faticato per forzare i limiti dell’etica del suo tempo. Le fonti di Hoyle sono stati gli epistolari, le testimonianze delle persone più vicine all’autore e le sue stesse carte. In questo volume si possono trovare stralci inediti di Henry Miller e l’oroscopo che gli fece Conrad Moricard tradotto da Miller stesso.

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