Arriva dalla California il SUP Yoga

È arrivata la stagione estiva (forse!) e l’idea di stare in casa a fare esercizi sta diventando sempre più insostenibile: cerchiamo parchi, prati e spiagge dove poter fare esercizio immersi nella natura. Così dalla California arriva il SUP Yoga che nasce proprio da questo bisogno: fare attività fisica a stretto contatto con la natura.

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Noi di CheDonna.it ci siamo incuriosite e abbiamo deciso di fare una ricerca per poterne parlare alle nostre lettrici.

 Come trasformare il mare nel tuo tappetino per lo yoga

Il SUP Yoga ovvero Stand Up Paddle yoga è un tipo di yoga praticato sulle tavole da surf e ad inventarselo è stata Sarah Tiefenthaler, insegnante di yoga californiana.

In pratica Sarah ha creato delle sequenze di Asana che possono essere svolte sulle tavole da surf, senza eccessivi pericoli per chi le fa: infatti alcune di queste sequenze sono dedicate anche alle donne in gravidanza.

Questo tipo di pratica vuole potenziare gli effetti benefici dello yoga inserendolo in un contesto naturale estremamente affascinante e suggestivo come può essere considerato il mare.

La stessa Tiefenthaler afferma che “la differenza più grande tra una classe in studio e sull’oceano si trova nel diverso grado di libertà. Appena lasciata la terraferma è possibile abbandonare tutte le preoccupazioni e i pensieri mentre si galleggia dolcemente sull’acqua. Fare yoga sull’oceano è un’esperienza completa che coinvolge corpo, mente e spirito. Il fisico è messo alla prova nella costante ricerca di equilibrio, rafforzando la muscolatura profonda. La mente si rilassa lasciando a riva lo stress quotidiano, mentre il sole e la brezza marina deliziano la pelle. Inoltre non c’è nulla di più bello che abbandonarsi alle onde durante il rilassamento finale distesi sulla tavola”.

Ovviamente si tratta di uno stile di Yoga non proprio adatto a tutti, nel fatto di svolgersi su una tavola da surf: questo taglia fuori, quasi automaticamente, gli anziani, coloro che hanno paura dell’acqua o che non sanno nuotare, e, molto più in generale, chiunque non sia abbastanza allenato da gestire non solo la sequenza asana ma anche un pavimento mobile come quello di una tavola da surf, benché questa sia ancorata al fondale.

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