LA DONNA DEL GIORNO: Juliette Binoche

Juliette BinocheJuliette Binoche attrice/ballerina/scrittrice Parigina, ha la caratteristica di essere l’unica donna ad aver vinto nella categoria Migliore Attrice nei tre principali festival del cinema europei: Palma d’Oro a Cannes per “Certified Copy” (2010), sia la Coppa Volpi che il Premio Pasinetti a Venezia per “Tre Colori: Blu” (1993) e Orso d’Argento a Berlino per “Il paziente inglese” (1996).

Per quest’ultimo titolo, la sua notevole interpretazione le è valsa anche un Oscar®, un BAFTA, lo European Film Award ed un premio dalla National Board of Review come Migliore Attrice non Protagonista per il film premio Oscar® di Anthony Minghella. Inoltre, ha fatto incetta di candidature dalla Chicago Film Critics Association, lo Screen Actors Guild (Migliore Attrice non Protagonista e parte del Cast) e dal Golden Globe dello HFPA.

Juliette Binoche ha collaborato con alcuni dei più grandi registi, in una carriera in cui ha dimostrato versatilità ed audacia sorprendenti nella scelta dei personaggi interpretati, sia per prodotti commerciali su larga scala di Hollywood quanto per film d’autore.

Questa lista include un secondo progetto con Minghella (“Breaking and Entering”), Lasse Hallström (“Chocolat” per il quale ha ottenuto le nomine a Oscar®, BAFTA, SAG e Golden Globe come Migliore Attrice), David Cronenberg (“Cosmopolis”), Louis Malle (“Damage”), André Téchiné (“Alice and Martin”, “Rendez-vous”), Diane Kurys (“The Children of the Century”), John Boorman (“In My Country”), Michael Haneke (“Code Unknown” e “Caché”, con quest’ultimo ha collezionato le nomine agli European Film e London Film Critics Circle), Krzysztof Kieslowski (la trilogia dei “Tre Colori” — “Blu”, “Rosso”, “Bianco”), Olivier Assayas (“Summer Hours”, “Paris, je t’aime”), Abel Ferrara (“Mary”), Mike Figgis (il cortometraggio per la HBO, “Mara”), Jean-Luc Godard (“Hail Mary”, il suo primo ruolo in un film maggiore in una moderna e controversa interpretazione della Vergine Maria) e Philip Kaufman (“The Unbearable Lightness of Being”).  Con quest’ultimo film, al fianco di Daniel Day-Lewis e Lena Olin in cui ha debuttato in lingua Inglese, è salita all’attenzione del cinema U.S.A. alla giovane età di appena ventitré anni.

Nel corso degli anni, è diventata un’habitué ai Cesar Awards (equivalente francese degli Oscar®), vincendo il premio come Migliore Attrice per “Tre Colori: Blu” (Trois couleurs: Bleu) nel 1993 e ottenendo altre sette nomine negli anni successivi – per Rendez-vous di Téchiné (1985), Mauvais sang di Leos Carax (“Bad Blood”, 1986) e  Les Amants du Pont-Neuf  (“The Lovers on the Bridge”, 1991), “Damage” di Malle (1992), Le hussard sur le toit (“The Horseman on the Roof”, 1995), La veuve de Saint-Pierre di Patrice Leconte(“The Widow of Saint-Pierre”, 2000) e Décalage horaire (“Jet Lag”, 2002).

Juliette Binoche ha anche recitato nei film, “Bee Season” con Richard Gere, “Wuthering Heights” con Ralph Fiennes, “The Son of No One” con Al Pacino e Channing Tatum, “Dan in Real Life” con Steve Carell e “A Couch in New York” con William Hurt.  Tra i suoi prossimi film troviamo, “Words and Pictures” di Fred Schepisi con Clive Owen, una produzione norvegese di Erik Poppe, “A Thousand Times Good Night” ed il biopic in lingua francese, “Camille Claudel, 1915”.  Tra gli altri recenti progetti in lingua francese troviamo, A coeur ouvert (“An Open Heart”), La vie d’une autre (“Another Woman’s Life”) e “Elles”.

Juliette Binoche è nata in una famiglia di addetti ai lavori a Parigi. Sua madre era insegnante di recitazione e suo padre direttore di un teatro. Ha iniziato la carriera di attrice dopo aver studiato brevemente presso il Conservatoire National Superieur d’Art Dramatique di Parigi. Oltre ai lavori per il cinema, ha fatto di frequente ritorno a teatro, con commedie come la produzione del 1988 del ”Gabbiano” di Chekov, per la regia di Andrei Konchalovsky al Théâtre de l’Odéon di Parigi; “Naked” all’Almeida Theatre di Londra; la versione modernizzata del classico di August Strindberg’, “Miss Julie” nel 2012 al  Barbican di Londra; il dramma coreografato del ballerino Akram Khan, “in-i” al Royal National Theatre di Londra nel 2008 ed il suo debutto a Broadway in, “Betrayal” di Harold Pinter con Liev Schreiber e John Slattery, per il quale ha ottenuto una nomina ai Tony del 2001 come Migliore Attrice.

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