LIBRI: ‘Storia dell’esercito romano’

imagesL’esercito romano, complessa “macchina” bellica dall’alto livello di specializzazione, faceva della disciplina severa e dell’addestramento rigoroso le sue armi migliori. Se la legione – sorta di fanteria pesante costituita da oltre 6000 cittadini romani ripartiti in coorti e centurie – rappresentava l’ossatura portante dell’esercito, le truppe ausiliarie – reclutate fra cittadini di nascita libera che avrebbero ottenuto la cittadinanza romana con 25 anni di servizio – ne rappresentavano il punto di forza.

Con eccezionale approccio scientifico e piacevolissimo spirito divulgativo, Livio Zerbini dà alla luce un nuovo, moderno testo su uno degli eserciti più antichi e leggendari della storia, accompagnandoci in un percorso di scoperta volto a sfatare con garbo i tanti luoghi comuni associati alle caratteristiche e funzioni di queste strutturate milizie nell’immaginario di molti. Quando si parla dell’esercito romano lo si intende spesso come un organismo uniforme e, per certi aspetti, immutabile e invariabile, mentre Zerbini ce lo presenta come mobile e soggetto a continue trasformazioni e innovazioni, tanto nella strategia e tecnica militare quanto nell’equipaggiamento e nella tipologia delle armi. Scopriamo così come la grande e provata abilità bellica dei romani sia da attribuire proprio a questo sapersi adattare con elasticità e flessibilità alle caratteristiche del nemico e alle peculiarità dei territori e del contesto morfologico in cui si trovavano a combattere, nonché alla capacità di far tesoro delle sconfitte subite e degli errori compiuti.

Dalla strategia espansiva dell’età repubblicana a quella difensiva dell’età imperiale, basata sull’abile costruzione di limes e castra, seguiamo gli sviluppi di un esercito molto meno imponente di quanto comunemente si pensi. La pace e la sicurezza dell’Impero Romano, che raggiunse con Traiano la sua massima estensione, erano assicurate da un numero non elevato di soldati, che sorvegliavano novemila chilometri di frontiere proprio grazie a un’estrema dinamicità e capacità di dislocazione sui confini sempre mobili dell’Impero, gestendo ogni emergenza con la massima tempestività.

Livio Zerbini insegna Storia romana e Storia antica all’Università di Ferrara ed è visiting professor alla Sorbona di Parigi. È direttore del Laboratorio di Antichità e Comunicazione dell’Università degli Studi di Ferrara e presso la medesima università dirige il Laboratorio sulle Antiche Province Danubiane, centro di riferimento, a livello internazionale, per lo studio del mondo balcano-danubiano e del Mar Nero. Dirige inoltre il Master di Esperto in didattica dell’antico. È membro dell’AIEGL (Association Internazionale d’Epigraphie Grecque et Latin) e fa parte del comitato scientifico di Epigraphica, Rivista Internazionale di Epigrafia. È autore di documentari e collabora, come consulente scientifico e autore, con diverse trasmissioni televisive. Ha al proprio attivo centinaia di pubblicazioni scientifiche e oltre 20 saggi (di cui alcuni tradotti in altre lingue), tra cui, recentemente editi, si segnalano: La città romana. Storia e vita quotidiana (Giunti 2005); L’ultima conquista (Editori Riuniti 2006); L’armatura perduta (Rubbettino 2009); Storia romana. Dal 753 a.C. al 565 d.C. (Bruno Mondadori 2010); Pompei (UTET 2012).

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