LIBRI: ‘I nativi americani. Miti e leggende’

Spence_INativi“Come risulterà ovvio anche dopo una brevissima riflessione, il mito era il mezzo con il quale i nativi americani cercavano di dare senso a un universo imprevedibile, e il metodo con il quale il presente veniva spiegato dal passato. Ma i miti hanno anche altre funzioni. Una delle principali consiste nel giustificare la religione e lo stile di vita di una tribù.”

Secondo Lewis addentrarsi nelle credenze dei nativi americani è quindi utile non solo per capire la spiritualità di Sioux, Pawnee, Algonchini, Irochesi e affini, ma anche per capire come vivevano. Il nucleo del volume è tratto dal volume di riferimento a livello globale e cioè Myths and Legends of the North American Indians (Miti e leggende degli indiani del Nord America), che a ragione dà il titolo al volume. Tuttavia, il lavoro del curatore su questa edizione ha creato un vero e proprio libro di riferimento per i nostri giorni, da un lato valorizzando la precisione di Spence nell’utilizzare, raccogliere ed esporre organicamente i materiali dell’United States Bureau of Ethnology (una vera autorità in materia) e dall’altro a rendere attuale il volume mondandolo dalle facilonerie antropologiche che nel periodo in cui è stato scritto erano la norma.

Ne emergono delle storie interessanti in cui il legame tra uomo e natura entra di prepotenza nella mitologia e nella cosmogonia. Il fulcro di questa relazione è l’onnipresente totemismo: una religione che si basa sul parallelo tra le caratteristiche di uno specifico clan famigliare e un particolare animale ritenuto avere le medesime peculiarità e ritenuto antenato del clan stesso. Ecco spiegati i nomi come “Toro Seduto” o “Cavallo Pazzo”. Il sistema di convenzioni totemico assume così caratteristiche direttamente sociali e regola la vita di individui, clan e animali stessi.

Ma la forte componente antropologica non deve ingannare: questo è per prima cosa un libro di leggende e aneddoti: un libro per tutti. Un esempio? “Molti anni fa il Grande Spirito radunò tutta la sua gente e, in piedi davanti al precipizio della Red Pipestone Rock, staccò un pezzo dalla parete; modellatolo con le mani, creò un’enorme pipa, che fumò sopra la sua gente e quindi verso i quattro punti cardinali.” È per questo che tutte le pipe indiane sono importantissimi oggetti personali che ogni indiano che si rispetti porta con sé fin nella tomba. E via raccontando miti e leggende.

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