CHIRURGIA ESTETICA: ‘Balconcino’ addio, medici e pazienti si orientano verso interventi con esiti sempre meno artificiali

La mastoplastica additiva, anche quest’anno, si rivela l’intervento di chirurgia plastica più richiesto dalle donne. Un bel seno, più o meno naturale, a seconda dei gusti della paziente, resta in assoluto uno dei desideri più ambiti da parte del pubblico femminile (e maschile) tanto da aver superato interventi altrettanto ‘amati’ come la  rinoplastica, la liposuzione e il trapianto dei capelli negli uomini.

Siamo avvezzi alla continua evoluzione di tecniche e materiali nella chirurgia estetica ma, per quest’anno, i medici non hanno dubbi: il 2014 sarà l’anno delle nuove protesi al silicone coeso. A differenza di alcuni test non riusciti fatti in passato (il gel alla soia e l’idrogel, che non hanno però trovato nelle protesi mammarie un’applicazione vasta), questo nuovo materiale ha come primo vantaggio quello di dare al seno un aspetto molto più naturale sia al tatto che alla vista.  I medici promettono: “Nessuno riuscirà a far distinzione tra un bel seno naturale e un seno rifatto”. Questa almeno sembrerebbe la promessa delle aziende che producono protesi al gel coesivo, che hanno anche il  vantaggio di ridurre al minimo il problema del wrinkling (infatti sono più solide e quindi fanno meno pieghe).

Sempre in tema di evoluzione in campo chirurgico, arriva dall’America una variante della tecnica Dual Plane, che assieme alle nuove protesi, promette risultati mai realizzati finora: questo genere di intervento è particolarmente indicato alle donne che non hanno la pelle abbastanza spessa, tanto da rendere visibile la parte superiore della protesi una volta impiantata.

In questi casi – spiega la dottoressa Antonella Castaldo, medico chirurgo perfezionato in chirurgia plastica ed estetica negli Stati Uniti –  è d’obbligo utilizzare protesi dall’effetto naturale, come quelle a gel coeso, meglio se con una tecnica di mastoplastica innovativa come la nuova Dual Plane che consiste  nell’inserimento delle protesi sotto il pettorale nella parte superiore e sotto la ghiandola mammaria inferiormente. In questo modo i tessuti rimangono molto più aderenti e la protesi restano più a lungo nelle posizione originaria E’ possibile inoltre personalizzare l’intervento in base alle esigenze della paziente variando il grado di copertura (maggiore o minore) del muscolo pettorale sulla protesi”, spiega la dottoressa Castaldo.

Questi tipi di posizionamento possono essere eseguiti attraverso tutte le incisioni possibili nella mastoplastica (sottomammaria, periareolare o ascellare). 

La tecnica è stata perfezionata al punto tale che,  passati 2 o 3 anni dall’intervento, con una serie di esercizi mirati è possibile sollecitare il muscolo e ottenere quindi un rialzamento della protesi, senza la necessità di dover ricorrere a un nuovo intervento“, consiglia infine la Castaldo.

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