CINEMA: Intervista a Maurizio Mattioli, interprete del film “Sapore di te”

Mattioli-Maurizio1.jpg1-480x300Chi è il suo personaggio e che cosa gli succede in scena?
In questa storia corale che si sviluppa tra vari destini incrociati Alberto Proietti è un commerciante romano del Tuscolano molto intraprendente ed attivo che coltiva il sogno di aprire un negozio di moda per giovani nel centro storico ma è soprattutto un padre di famiglia che ama moltissimo sua moglie e sua figlia. Tifoso accanito della Roma, ha l’abitudine di seguire la squadra del cuore durante i ritiri pre-campionato. Questa volta la meta è il Ciocco, a due passi dalla Versilia e perciò sceglie di trascorrere le vacanze al mare con la famiglia nella vicina Forte dei Marmi dove sua figlia Sabrina – per cui lui stravede – finirà presto con l’innamorarsi di un ragazzo. Un giorno mentre Alberto si trova in spiaggia finisce col salvare la vita ad un tipico politico di quegli anni, intrallazzatore e donnaiolo, l’onorevole De Marco (Salemme), in vacanza al Forte con una moglie rompiscatole al seguito, ma soprattutto per seguire da vicino una soubrette da lui raccomandata per un film che si sta girando da quelle parti. De Marco vuole sdebitarsi ad ogni costo e gli offre l’opportunità di aiutarlo in qualunque modo desideri e in seguito Alberto finirà col prestargli la propria casa per favorirgli un incontro con l’amante, provocando così l’ira funesta di sua moglie, convinta che in realtà sia stato lui a tradirla.

Quali sono secondo lei le qualità principali di Carlo Vanzina?
Il nostro rapporto professionale e la nostra amicizia durano ormai da 25 anni, a partire dal suo film “Tre colonne in cronaca” di cui era stato protagonista Gianmaria Volonté. Considero da un punto di vista umano sia Carlo che suo fratello Enrico delle persone di famiglia, mi sono sempre stati molto vicini in ogni momento della mia vita, anche in quelli più problematici. Per quanto riguarda il lavoro Carlo mi propone da oltre 20 anni storie e personaggi sempre piacevoli e divertenti perché sa benissimo dove posso arrivare e dove devo fermarmi, sa capire bene le qualità degli attori, le loro possibilità e i loro limiti, è un regista che ti mette a disposizione tutto e poi dipende soltanto da te dare il meglio, non puoi sbagliare. Sul set ti sa valorizzare sempre al massimo ma è sempre esigente e rigoroso: quando si tratta di lavoro non si scherza perché il suo scopo primario è portare a casa sempre il miglior risultato possibile. È un regista serio, ha sempre le idee chiare sulla storia, mentre gira un film ha già in testa il montaggio definitivo, ecco perché il suo disegno scenico deve essere sempre impeccabile.

49923Se le capita di inventare qualcosa in scena Vanzina le lascia la libertà di agire?
Carlo ascolta volentieri ogni tipo di proposta e suggerimento, non oppone quasi mai resistenza, valuta tutto con attenzione e se la trovata funziona viene accolta. Anche se qualche volta non è troppo convinto di qualcosa lascia sempre che un suo attore arricchisca il proprio personaggio e lo nutra di qualcosa in più, ad esempio dell’amore per quello che fa: questo Carlo lo apprezza molto, credo che gli piaccia avere a che fare con interpreti che conosce da tempo e che sono in grado di leggere e capire il copione in un certo modo, intuendo dove e quando è il caso di inserire qualcosa che quasi certamente a lui piacerà. Ma alla fine la decisione finale, come è ovvio, spetta soltanto a lui.

Che rapporto si è creato in questa occasione con Nancy Brilli?
Prima di questa esperienza non la conoscevo bene ma questa volta recitando a lungo insieme abbiamo consolidato tra noi un ottimo rapporto. Nancy è un’eccellente commediante dai tempi comici perfetti, l’ho trovata sempre gentile e ricettiva verso le mie proposte di arricchimento delle varie scene, non ha mai avuto nessun tipo di rivalità o di competizione, era la prima a ridere gusto alle mie battute e alle mie trovate estemporanee e nei miei confronti si è rivelata straordinaria, generosa e riconoscente.

Secondo lei la commedia italiana di oggi riesce ancora come in passato a denunciare i vizi nazionali di sempre?
Ho interpretato spesso dei mascalzoni divertenti ma mai dei veri e propri delinquenti, semmai qualcosa al limite. in genere si tratta di personaggi pieni di qualità positive che amano la loro famiglia, come accade questa volta in “Sapore di te”. Alberto Sordi ha interpretato nei suoi film quasi sempre personaggi orribili, dei veri e propri “mostri” da isolare, da cui prendere le distanze, non è mai stato oggetto di identificazione e infatti nessuno ha mai voluto imitarlo: penso che la commedia abbia comunque la necessità della denuncia scritta nel proprio Dna.

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