CINEMA: Intervista a Enrico Vanzina, sceneggiatore del film “Sapore di te”

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Il grande successo di “Sapore di mare” nel 1983, ambientato negli anni ’60 rilanciò quegli anni e la colonna sonora di quell’epoca allegra e disincantata. Dopo esattamente trent’anni i Vanzina tornano a Forte dei Marmi per rilanciare gli anni ’80. Anni pieni di allegria e di canzoni altrettanto mitiche di quelle degli anni ’60. Il film “Sapore di te”vuole essere un piccolo e divertente romanzo sentimentale sull’amicizia, l’amore, il successo e il destino. Ce ne parla lo sceneggiatore Enrico Vanzina che, in una frenetica carrellata dagli anni ’80 ad oggi, ci illustra le vicissitudini dei protagonisti.

Come è nata l’idea di questo film?
Sapore di mare”, realizzato da me e mio fratello Carlo nel 1983, era stato un film grazioso e sincero che ci ha portato molto fortuna: la trovata di rimettere in scena gli anni Sessanta era molto semplice e funzionò moltissimo. Senza saperlo abbiamo ripercorso idealmente la storia della commedia sentimentale e poco dopo ci siamo spostati su quella più ridanciana con il primo “Vacanze di Natale” che con i suoi sfottò su una certa borghesia che stava cambiando offriva uno sguardo della realtà molto forte. A distanza di 30 anni, facendo una riflessione, ci siamo detti che in un momento di forte crisi come l’attuale sarebbe stato interessante riprendere in mano il tema della commedia sentimentale con varie storie d’amore incrociate, usando la leva del sentimento in maniera forte. Non volevamo però tornare a rivisitare per l’ennesima volta gli anni Sessanta e abbiamo così pensato di iniziare a raccontare una nuova storia lì dove finiva la precedente, ambientandola subito dopo quel fatidico 1983. La scelta degli anni Ottanta portava con sé la cattiva fama dell’ “edonismo reaganiano”, dell’era di Margareth Thatcher e degli yuppies che in alcuni nostri film avevano messo in cattiva luce; in realtà secondo noi quella è un’epoca interessante, in cui la gente piena di ottimismo cercava di evadere da un modello di vita che nel decennio precedente era stato sclerotizzato dai cosiddetti “anni di piombo”. Se in “Sapore di mare” la colonna sonora faceva rivivere gli anni Sessanta con nostalgia di quel periodo così speciale, questa volta ci è sembrato importante riproporre invece l’allegria e la spensieratezza degli anni Ottanta. Mentre li esaminavamo si sono rivelati strepitosi da un punto di vista di materiali a disposizione.

Quali sono le novità rispetto ad altre vostre commedie?
Da un punto di vista stilistico abbiamo scritto questa nuova storia con grande sincerità e con l’ambizione di dar vita ad un film più complesso del solito che parlasse di storie d’amore ma anche di destino. Il grande sceneggiatore Leo Benvenuti diceva che la vita di una persona in fondo si può riassumere in 10-15 estati “utili”: l’estate rappresenta da sempre un periodo in cui ci si rilassa, ci si diverte, si “stacca la spina” dalla routine quotidiana; durante questa stagione cambia sempre qualcosa, si incontrano persone nuove, ci si innamora e si scoprono posti insoliti. Noi abbiamo voluto raccontare come certi incontri apparentemente casuali in realtà segnano tutta una vita e abbiamo così ideato una serie di vicende che a poco a poco finiscono col fondersi tra loro. In seguito abbiamo cercato di immaginare un cast giusto e il film ha preso corpo anche in funzione degli interpreti che avevamo scelto.

Chi sono i protagonisti del film?
Sono alcuni giovani attori come Eugenio Franceschini che c’era piaciuto molto nel film di Paolo Genovese “Una famiglia perfetta”; Matteo Leoni che tenevamo d’occhio da tempo dopo averlo visto in un programma di Disney Channel, così come Katy Saunders che avevamo notato in alcune commedie adolescenziali e che questa volta recita il ruolo di un’affascinante diciassettenne solare ed elegante. Abbiamo poi scritto il ruolo di Alberto Proietti pensando direttamente a “portare in Nazionale” un grande attore romano come Maurizio Mattioli che ha già interpretato con noi tanti personaggi divertenti e che questa volta ne ha incontrato uno meraviglioso, a metà tra Gassman e Sordi, dipinto però con maggiore bontà e meno cinismo. E se il ruolo di sua figlia è interpretato da Katy Saunders per quello di sua moglie abbiamo voluto mettergli accanto un’altra commediante di razza come Nancy Brilli, anche lei spesso coinvolta in altri nostri film brillanti. Vincenzo Salemme interpreta invece un onorevole socialista, un personaggio tipico di quegli anni ’80 che rappresentiamo, un tipo piuttosto cinico a cui piace divertirsi che si ingarbuglia la vita dietro alle donne. Vicino a lui c’è una moglie “di peso” – interpretata da Valentina Sperlì che è una grande attrice di teatro -mentre Serena Autieri è la sua amante, una ragazza che sogna di diventare attrice che lui riesce a piazzare in tv e al cinema e che vedremo girare a Forte dei Marmi un filmetto balneare che abbiamo descritto con bonaria ironia come una sorta di sottomarca di “Sapore di mare”. L’episodio più sentimentale riguarda i personaggi interpretati da Giorgio Pasotti e da Martina Stella, impegnati in una bellissima storia d’amore: i due attori non avevano mai recitato insieme (erano entrambi nel cast de “L’ultimo bacio” di Gabriele Muccino ma i loro personaggi non si incontravano mai in scena) e si sono rivelati particolarmente intonati nei rispettivi ruoli, trovando presto una bella chimica per interagire al meglio, lei nella parte di una fiorentina verace, lui in quella di un versiliano piuttosto atipico.

Come definirebbe questo film?
È una commedia corale sentimentale in cui i fili si riannodano uno per uno; la sceneggiatura racconta varie vicende che iniziano tutte in modo autonomo ma che poi, con piccoli avvicinamenti tra i vari personaggi, alla fine diventano una storia unica. Si parla di un gruppo di persone, del loro destino, dei loro guai sentimentali, della ricerca dell’amore e della felicità attraverso i sentimenti: ci sarà chi ci riesce e chi no, perché la durezza della vita spazza via tante illusioni.

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