SANITA’: quasi certa la rinuncia alla tassa sulle bibite gassate

E’ ormai quasi certa la cancellazione della tassa sulle bibite dal ‘decretone’ sanità che dovrebbe arrivare mercoledì in Consiglio dei Ministri.

L’annuncio del provvedimento aveva provocato le reazioni più disparate, raccogliendo consensi nella comunità scientifica grazie a diversi studi che ne sottolineano i potenziali effetti positivi.

L’ultima analisi in ordine di tempo è stata pubblicata appena due settimane fa sul British Journal of Clinical Nutrition. Secondo lo studio coordinato dall’università del North Carolina un aumento del 10% del prezzo dei soft drink potrebbe diminuire il consumo pro capite di 7,5 millilitri al giorno, corrispondenti a circa un grammo di zucchero.

Ancora meglio potrebbe fare una tassa doppia: il primo a proporla è stato un editoriale del 2009 sulla rivista più prestigiosa per i medici, il New England Journal of Medicine, che faceva anche notare come siano i più poveri ad essere i consumatori principali: ‘Le bevande zuccherate non sono necessarie per sopravvivere – sottolineava la rivista – e un’alternativa molto più economica, l’acqua, è già a disposizione. Non solo una tassa sui soft drink avvantaggerebbe i più poveri dal punto di vista della salute, ma anche abbassando le loro spese’.

Contrari ovviamente i produttori: Assobibe e Mineracqua, le associazioni di Confindustria che rappresentano il settore delle bevande analcoliche, sono unite nell’esprimere ‘incredulità e forte preoccupazione’ sulla nuova tassa. La proposta di tassare le bibite gassate, affermano, è una misura ‘inefficace da un punto di vista fiscale.’

Secondo quanto si è appreso da fonti ministeriali, nel testo del ‘decretone’ potrebbe però sopravvivere la norma contro le ludopatie, che mette limiti alle presenze delle sale da giochi. Certo invece lo stralcio della norma sulla non autosufficienza, così come richiesto dalle Regioni.

Fonti: ilmesaggero.it, ansa.it

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