COSMETICI: quali ingredienti bisogna evitare

Quali ingredienti non devono essere nell’etichetta dei nostri cosmetici – Tante parole per lo più incomprensibili concorrono a rendere simili a veri e propri rebus le etichette dei prodotti di cosmesi che noi donne acquistiamo periodicamente: una bella sfida dunque quella di leggere questi elenchi infiniti, competizione alla quale più che spesso ci sottraiamo ancor prima di iniziare, compiendo però un errore non da poco.

Come spiega infatti all’Ansa Raffaella Gregoris, ricercatrice specializzata in chimica cosmetica all’Università di Milano, un master in chimica cosmetica all’Università di Bologna e titolare di Bakel, un’azienda che produce cosmetici, “occorre sempre leggerla attentamente: può riportare delle sostanze che, anche se presenti in scarsa quantità, non solo non sono in grado di dare un reale beneficio alla cute, ma possono essere dannose. Di solito si tratta di ingredienti che vengono spesso usati perché più economici e apparentemente performanti.”

Quali sono allora le sostanze da evitare? A detta della dottoressa sono circa venti a parire dai conservanti, spesso identificati con la dicitura parabeni, urea, kathon, BHA, BHT e triclosan, seguiti poi da i tensioattivi schiumogeni (SLS, SLES) e gli emulsionanti (DEA, MEA, TEA, PEG, PPG), i siliconi, i derivati del petrolio, l’alcool e i coloranti.

in fine un discorso a parte lo merita il nickel che, non trattandosi di un ingrediente vero e proprio ma di una sostanza che si produce durante la lavorazione, spesso non viene segnalato sulla confezione:  “La normativa – come spiega Raffaella Gregoris – prevede che in generale ogni produttore applichi regole di buona fabbricazione perché il nichel sia presente al minimo. La scritta nickel tested certifica solo che sia contenuto al di sotto di un certo valore di parti/per milione ma non completamente assente. Per questa ragione oggi non è possibile scrivere ‘nickel free’ ma solo ‘nickel tested'”.

 Sembra insomma necessario avere mille occhi e, con tanto coraggio, gettarsi sempre nella lotta della decodifica di ingredienti: dietro una crema o un blush può infatti annidiarsi un pericolo per la nostra salute e certo ammalarsi per essere belle non è tra gli scopi principali delle make up addicted.

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