MARCO SIMONCELLI: fidanzata scrive una commovente lettera

DIOBO’ CHE CASINO AVETE FATTO: LETTERA DI KATE FRETTI AI FAN DI MARCO SIMONCELLI – “Non mollare mai“: tre parole che sentiamo ogni giorno; per alcuni hanno un significato profondo, per altri lo assumeranno solo un giorno , per altri ancora restano qualcosa da dire quando nient altro ha significato, una frase di circostanza tanto vuota quanto inflazionata… infondo però non importa come interpretiamo queste parole, quel che conta è che prima o poi tutti dovremo farci i conti: arriverà un giorno in cui saremo noi ha volercele ripetere, a desiderare fortemente di trovarvi un senso, semplicemente a crederci.

Quel giorno per Kate Fretti è arrivato in Malesia, quando l suo fidanzato è caduto da una moto e non si è più rialzato: Marco Simoncelli è morto lì e Kate, rimasta su questa terra, ha dovuto fare i conti con la vita che, ci piaccia o no, va avanti e ci costringe a viverla. Oggi però, passati alcuni giorni, sembra arrivato per lei il momento di fare il punto, di guardarsi indietro e ripercorrere tutto quello che è successo dopo quel giorno in Malesia: cosa ha trovato? be’ qualcosa di semplice e stupefacente al tempo stesso… tanto amore! L’amore dei fan, di persone conosciute e sconosciute che, con il loro affetto disinteressato, l’hanno sorpresa e sorretta in questi difficili momenti.

Adesso, dopo il dolore e lo stupore, è arrivato anche il momento di dire grazie, di testimoniare che quell’affetto è arrivato a destinazione forte e chiaro: per fare ciò Kate ha deciso di usare ancora una volta il sito di Marco, quel sito si cui lei stessa si è occupata negli ultimi anni; si siede e scrive, con semplicità e schiettezza. Un lunga e commovente lettera chiua dai celebri versi di Sant’Agostino poi ripresi ad inizio ‘900 da Henry Scott Holland: noi vi riproponiamo la lettera in versione integrale, convinti che, più delle nostre parole, saranno quelle di Kate a farvi capire che nella vita non bisogna mollare… MAI!

DIOBO’ CHE CASINO AVETE FATTO!

Ciao… mi chiamo Kate.. e sono, anzi ero, la fidanzata di Marco.
Fino a 13 giorni fa, tenevo aggiornato il suo sito e la sua fanpage su facebook, con l’aiuto dei ragazzi di Retina.
Come molti di noi Marco si era lasciato affascinare del social network più famoso del mondo … gli piaceva un sacco leggere i vostri commenti dopo che avavamo pubblicato un post, o una foto o il comunicato stampa post gara.. e passava mezz’ore a studiarsi l’andamento del numero dei fan alla pagina. Godeva un sacco quando in week end di gara vedeva alzarsi il numero dei “Mi Piace”. Ricordo che il sabato prima della Malesia mi disse: devo vincere, è l’unico modo per far crescere i fan. Bè.. si sbagliava, non era l’unico modo. Dagli 8.000 che eravamo quel sabato pomeriggio oggi siamo più di 500.000.
Per posta, per e mail, su facebook, ovunque in tanti avete scritto a me e alla famiglia Sic.. inizialmente credevo che parole come: “il vostro dolore è anche il nostro” fossero solo frasi di circostanza, d’obbligo. Poi invece avete continuato a scrivere, a telefonare a casa, in centinaia siete passati per Coriano.. ci avete stretto la mano, abbracciato, sussurrato all’orecchio, avete pianto con noi e il vostro affetto ci è stato di conforto, tutt’ora ci sta aiutando a non sentirci soli. Con mio grande stupore mi sono resa conto che il mondo è ancora bello e la solidarietà tra le persone ancora esiste…. Ed io non posso fare altro che ringraziarvi a nome mio e della famiglia di Marco.
Ieri mattina Riky, un mio caro amico nonchè cugino di Marco mi ha scritto una cosa molto bella: “Dalla perdita di Marco ho tratto un prezioso insegnamento, di cui farò la mia regola di vita: NON MOLLARE MAI, anche se ti trovi in difficoltà lotta per raggiungere il tuo obiettivo…fosse l’ultima cosa che fai”. Mai altre parole sono state più vere, non mollate mai ragazzi, noi non molleremo perché nonostante tutto la vita è bella!
Potrei stare ore a riscrivervi le frasi toccanti che mi sono arrivate in questi giorni… però questa è quella che tre giorni dopo l’incidente mi ha fatto stare un po’ meglio, forse perché tiene viva la mia speranza dell’esistenza dell’anima dopo la morte…

MORIRE NON E’ NIENTE “… Sono solamente passato dall’altra parte: è come fossi nascosto nella stanza accanto. Io sono sempre io e tu sei sempre tu. Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora. Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare; parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato. Non cambiare tono di voce, non assumere un’aria solenne o triste. Continua a ridere di quello che ci faceva ridere, di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme. Prega, sorridi, pensami! Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima: pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza. La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto: è la stessa di prima, c’è una continuità che non si spezza. Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista? Non sono lontano, sono dall’altra parte, proprio dietro l’angolo. Rassicurati, va tutto bene. Ritroverai il mio cuore, ne ritroverai la tenerezza purificata. Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami: il tuo sorriso è la mia pace…”

Henry Scott Holland

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