BOLOGNA: trentuno anni fa la strage alla stazione

GIORNATA DI COMMEMORAZIONE IN RICORDO DELLE VITTIME DEL TERRORISMO – È partito poco dopo le 9 da via dell’Indipendenza il corteo di autorità e cittadini che raggiungerà la stazione di Bologna. A rappresentare il governo, il prefetto della città Angelo Tranfaglia. “Non mancherà l’impegno delle istituzioni, in primo luogo di governo e magistratura”, ha affermato il prefetto all’inizio delle cerimonie di commemorazione, “e dobbiamo avere fiducia che anche a distanza di anni si possa dare finalmente ai familiari, alla città di Bologna e alla nazione una verità più completa”. Partecipano a questa giornata tra gli altri il questore Vincenzo Stingone, il sindaco Virginio Merola e la presidente della Provincia Beatrice Draghetti. A rappresentare i familiari delle vittime, il presidente dell’Associazione del 2 agosto, Paolo Bolognesi, secondo cui le mancanze di verità complete sulla vicenda “sono prese in giro istituzionali nei confronti delle vittime”. “Non si può, come ha fatto il presidente del Consiglio il 9 maggio, giorno del ricordo delle vittime del terrorismo, dire che bisogna aprire gli armadi della vergogna perchè è giusto che i familiari conoscano la verità”, ha continuato Bolognesi. “Poi dal 9 maggio ad oggi neanche un foglio di carta è arrivato al Tribunale di Bologna”, ha concluso.
Come di consueto, il corteo arriverà alla stazione alle 10:25 quando suonerà la sirena. A questo seguirà un minuto di silenzio in ricordo delle vittime.

Proprio alle 10:25 di sabato 2 agosto del 1980 la città di Bologna venne scossa da un boato. La stazione era affollata di turisti e di viaggiatori che andavano o tornavano dai luoghi di vacanza. Una bomba a tempo (23 chilogrammi di esplosivo) piazzata in una valigia abbandonata nella sala d’attesa di seconda classe esplose, uccidendo 85 persone e ferendone 200. L’attentato di Bologna fu uno dei più gravi atti terroristici nell’Italia del secondo dopoguerra.
Il corso della giustizia fu lento e complesso e ostacolato da disinformazione e depistaggi per cui vennero condannati tra gli altri l’ex capo della P2 Licio Gelli, Francesco Pazienza, Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte, rispettivamente ex agente ed ex ufficiali del SISMI (Servizio per le Informazioni e la Sicurezza Militare). Per l’esecuzione materiale dell’attentato vennero invece condannati Giuseppe Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, neofascisti e membri dei NAR (Nuclei Armati Rivoluzionari). A trentun’anni di distanza gli eventuali mandanti della strage non sono stati ancora scoperti.

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