Lettere di un condannato a morte: terza parte

Continua la conoscenza di un mondo sconosciuto alla maggior parte di noi

Come avrete letto in precedenza, Quin è un mio amico che mi scrive dal Texas. Un amico speciale, perchè  si trova nella “death row”, nel braccio della morte della Polunsky Unit. Non vi dirò perchè si trova lì. Mi basta che, attraverso le lettere che mi spedisce, voi capiate quale splendida persona sia.

“Ciao Katia,

come va questa mattina? Spero che la mia lettera ti raggiunga nel pieno delle forze, felice e con lo spirito sereno. Non sapevo che il servizio postale fosse così lento… beh, vorrà dire che scriverò più che posso, in modo che questo francobollo sia ben speso e per impegnarti un po’ a leggere, così dovrai aspettare meno per le mie lettere! (Smile)

Mi dicevi che hai smesso di fumare… buon per te! Io non fumo più da 8 anni, e non perchè non lo volessi: qui non è permesso fumare. Ma sai cosa? Check this out: dopo esser stato sbattuto qui, e aver smesso di bere e assumere droghe, sono cambiate molte cose, e ora ho la possibilità di vedere la vita sotto una luce differente. In più mi ha dato la possibilità di vedere ME STESSO in una maniera più positiva. Riesco anche a guardare gli altri in maniera ottimistica, almeno finchè non mi dimostrano il contrario.

Sto cercando in tutti i modi di non lasciare che la death row mi irrigidisca o mi renda amaro. E sento dalle tue lettere che tu sei una persona davvero sincera, e non fai finta di esserlo.

Mi chiedi se sono religioso: io sono stato cresciuto come battista e cristiano. Ma più cristiano che altro. Quando sono entrato nella death row sono arrivato ad una sorta di conflitto con la religione. Ma non ho mai smesso di credere in Dio. E sai perchè? Perchè ci sono state tantissime occasioni in cui avrei potuto morire, a volte per colpa degli altri, a volte per colpa mia.

Perciò, finchè non ci arrendiamo e non abbandoniamo ciò in cui crediamo, avremo sempre qualcosa a cui aggrapparci nei momenti difficili.

Spero di sentirti presto,

Sinceramente e con rispetto, Quin”

Non sono solita mettere in piazza la mia fede, ma ringrazio Dio per avermi dato la possibilità di avere un angelo custode che mi scrive, e che ad ogni lettera mi insegna qualcosa sul senso della vita.

Katia

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