Pro Vita Day: la giornata degli stati vegetativi

A due anni dalla morte di Eluana il Governo vara il Pro Vita Day

Eluana Englaro è morta il 19 gennaio del 2009, dopo anni di stato vegetativo permanente.Era iniziato tutto con un incidente: l’auto slitta su una lastra di ghiaccio. Pochi secondi di terrore prima di finire contro un palo. Per Eluana è la fine.

O meglio l’inizio di un’esistenza mai immaginata. I soccorsi arrivano quando il suo corpo è ormai immobile, lo sguardo fisso, senza riscontro i riflessi. Qui comincia il suo calvario.

Due anni dopo, il Governo decide che quel giorno sarà ricordato come il “Pro Vita Day“, per ricordare “una ragazza affetta da disabilità grave la cui vita è stata interrotta per decisione della magistratura“, come recita un comunicato del sottosegretario alla salute Eugenia Roccella.

Secondo il professore di bioetica Maurizio Mori, questa è l’ennesima offesa del governo alla memoria di Eluana, nel tentativo di acquisire il sostegno della Chiesa Cattolica. Il professore ha affermato che “con questa giornata si svaluta la magistratura, si nega simbolicamente la sentenza dei giudici di staccare il sondino che alimentava Eluana“.

La legge sul testamento biologico sta per tornare alla Camera, ma sempre secondo il professore “va riscritta, la libertà viene vincolata al potere del medico; quanto alla volontà del malato non si parla di direttive, ma di dichiarazione anticipata. E non serve un linguista per capire che il senso è diverso. Non c’è nesso tra il testamento biologico e l’eutanasia: si pensi che in California, dove hanno approvato il testamento biologico nel 1976, un referdenum degli anni 90 ha detto no al suicidio assistito“.

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