Rebecca Sharrock, una delle 60 persone al mondo capaci di ricordare ogni giorno della propria vita

Per una persona media il primo ricordo di vita è senza dubbio posteriore ai 4 anni di età. Per Rebecca Sharrock invece il primo ricordo risale a quando aveva appena dodici giorni di vita.

I miei genitori mi avevano messo in macchina sul sedile del guidatore (idea di mio padre) e mi avevano fatto una foto. Da neonata quale ero, ero incuriosita dal sedile e dal volante, ma, a quell’età, non ero ancora in grado di alzarmi e di esplorare.

Questa ventisettenne australiana è una delle 60 persone al mondo capaci di ricordare pressochè ogni cosa, ogni giorno della propria vita, ogni Natale, ogni evento, persino ogni fotografia scattata.

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La storia di Rebecca Sharrock

Quello che apparentemente potrebbe apparire un dono per la giovane Rebecca è in realtà una vera e propria sindrome nota come HSAM (Highly Superior Autobiographical Memory) o ipertimesia. Questa è la definizione tecnica che descrive un indivuduo dotato di una memoria autobiografica superiore, un meccanismo di ricordo capace di fargli rammentare la maggior parte degli eventi vissuti.

Anche ad altre persone accade di avere eventi remoti stampati nella propria mente, risalenti anche a prima dei fatidici 4 anni: un regalo scartato, la decorazione di un albero di Natale, ma si tratta di frammenti isolati mentre per Rebecca ogni cosa finisce nella cassetta dei ricordi. Anche quelle brutte, quelle che chiunque vorrebbe dimenticare, le lacrime che una persona qualunque tende a gettare via rimangono per questa ragazza perennemente attuali, presenti e sentite come il primo giorno.

Rebecca Sharrock è però consapevole di vivere una situazione quantomeno particolare è ha così deciso di mettere la propria mente a disposizione della scienza. Capire come funziona il cervello di individui dotati di una memoria autobiorafica superiore potrebbe infatti illuminare gli studiosi circa malattie come l’Alzheimer o la demenza.

Al momento mi trovo coinvolta in due diversi studi scientifici, uno con la University of California, Irvine, l’altro con la University of Queensland. Il proposito di entrambi non è quello di omaggiare i partecipanti con soldi e attenzione. L’unico scopo è quello di trovare risposte sul funzionamento della memoria, trovare qualcosa che possa aiutare le persone, giovani e anziane, che soffrono di demenza e di Alzheimer

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Questa giovanissima fan di Harry Potter, capace di recitare a memoria ogni parola dei suoi libri preferiti, è dunque ben decisa a trasformare la sua particolare situazione in un dono per il resto del mondo: come tutti i super poteri, anche una super memoria porta le sue inevitabili responsabilità.

 Fonte: huffingtonpost.it

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