Post partum: come capire il pianto del neonato

(IStock)

L’unica forma di comminuzione che il neonato ha con chi si prende cura di lui è il pianto. Attraverso questa attività il bebè ci comunica tante cose: ha fame, deve essere cambiato, ha sonno, ha una colica o magari ha freddo o ancora caldo. Insomma molte informazioni una sola azione!, ma come capire cosa ci sta chiedendo?

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Interpretare il pianto del neonato

Durante i primi mesi il pianto mette in crisi i genitori che non sempre riescono ad interpretare correttamente cosa l’altro sta chiedendo loro e quindi dare la risposta adeguata. Non bisogna spaventarsi però, c’è bisogno di un po di tempo per conoscersi a vicenda.

Ogni bambini poi ha un proprio modo per esprimersi: c’è chi piagnucola se ha fame, chi urla perchè si è sporcato e così via, ogni mamma con il passare del tempo imparerà ad associare il pianto ad una specifica richiesta.

La comprensione delle richieste del bambino è un processo molto importante e delicato per rispondere adeguatamente ed in modo pronto il genitore deve mettersi nei panni del piccolo e capire le sue necessità. Fin dalla nascita il bambino capisce che il suo pianto richiama la mamma e che questa è in grado di soddisfare le sue necessità. Questa attività è necessaria per la sua sopravvivenza e già da questo momento il bambino inizia ad avere fiducia in se stesso e nelle sue capacità.

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Quando inizia a piangere è giusto prenderlo in braccio o è meglio evitare cosicché non prenda vizi? Non esiste una risposta unica a questa domanda dipende da noi a da come siamo fatte, c’è chi preferisce coccolarlo abbracciandolo e chi lo fa lasciandolo nella carrozzina. Quello che conta è che il piccolo percepisca la nostra attenzione e il nostro amore.

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