La formazione delle prime relazioni

Il vostro bimbo vi sorride? Segue il vostro sguardo? E’ l’inizio di una vita fatta di relazioni interpersonali, que primo passo verso la vita sociale. Come si sviluppa? Quali sono gli step più importanti? Ce lo chiarisce Teresa Benedetti, la psicologa di fiducia di CheDonna.it!

Dopo aver analizzato gli step della comunicazione è infatti giunto il momento di capire come il nostro piccolo si relaziona con il prossimo e, ovviamente, con noi madri.

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Come abbiamo visto precedentemente, le prime interazioni sociali che il bambino stabilisce hanno lo scopo di favorirgli un regolazione biologica dell’alimentazione e del sonno. L’adattamento tra il neonato e il caregiver ha inizio dalla nascita e si sviluppa precocemente durante le prime settimane di vita.

Le interazioni, che si sviluppano nelle fasi successive, ruotano intorno alla regolazione dell’attenzione reciproca e della prontezza a rispondere all’altro, un esempio tipico sono le interazioni faccia a faccia: sono i neonati che impongono a queste relazioni dei cicli di attenzione, ai quali i genitori si adattano, così da garantire e assicurare la sincronizzazione delle due azioni (attenzione e prontezza di risposta).

Lo stabilirsi delle interazioni inizia intorno ai due mesi di vita, quando il piccolo diventa più consapevole dell’ambiente esterno e della presenza di altre persone. In questo periodo l’interazione è prevalentemente di tipo faccia a faccia, ed è in questa fase che inizia a comprendere le regole che governano le interazioni. Il tema principale in questa fase è proprio la regolazione dell’attenzione reciproca e le risposte agli stimoli. Prima dei 2 mesi i bambini non sono consapevoli dei visi, ciò è dovuto all’ “ effetto periferia o dei contorni”: la tendenza del bambino di prestare attenzione ai contorni degli stimoli, tralasciando e trascurando l’interno. L’interesse del bambino è infatti catturato da ciò che a livello percettivo, risulta interessante. Ciò fa si che all’inizio il piccolo non è cosciente dei lineamenti che contraddistinguono le diverse persone, nelle prime settimane infatti, le persone appaiono simili. Inizialmente i bambini non sono in grado di riconoscere le facce come facce. Lo stesso comportamento si ritrova nella reazione al sorriso, infatti i sorrisi nel piccolo, sono innescati esclusivamente dagli occhi dell’altra persona, tutti gli altri lineamenti non sono rilevanti. Con lo sviluppo, per sorridere il bambino deve riconoscere una serie di caratteristiche del volto: dai 3 mesi essi iniziano a prestare attenzione al profilo della faccia; a 4 prestano attenzione ai lineamenti interni; e solo dopo i 5 mesi prestano attenzione all’emozione espressa dall’atro.

Ogni coppia adulto-bambino sviluppa un proprio stile d’interazione, e questo dipende da tre fattori: le influenze culturali (le prime interazioni a cui sono esposti favorisco l’acquisizione delle norme che permettono la loro integrazione nel gruppo culturale di appartenenza); la personalità dell’adulto (le modalità con cui l’adulto si relaziona con il piccolo, come lo fa) e le caratteristiche del bambino (le qualità innate del piccolo influenzano il comportamento dell’adulto).

L’interazione madre-bambino contiene al suo interno una sincronia perfetta dei ritmi comportamentali dei due partner, anche se ogni sistema ha un suo contributo specifico.

Le interazioni del bambino sono modulate da cicli di attenzione-non attenzione, che sono necessari per rendere più prevedibile il suo comportamento all’adulto. Se si presta attenzione alle interazioni faccia a faccia si può notare che il bambino guarda l’adulto per pochi secondi per poi distogliere lo sguardo, poi lo riguarderà e così via. Questo atteggiamento si ha perché il piccolo non può sostenere un eccitamento troppo a lungo, l’eccitazione deve essere controllata da periodi di intervallo, ciò è legato alla natura on-off dello sguardo.

Le madri per aiutare il loro piccolo, metteranno in atto una stimolazione che segua i periodi on-off del piccolo. La madre quindi guarderà il bambino costantemente, così da fornirgli una sorta di cornice nella quale si inseriscono gli sguardi ciclici del bambino. All’interno di queste interazioni è possibile notare anche un altro aspetto, anche questo molto importante, ossia “l’alternanza dei ruoli”: quando il bambino è in pausa la madre è attiva e viceversa.

L’organizzazione on-off del comportamento del bambino è fondamentale perché permette al piccolo di essere fin da subito inserito nel contesto dell’interazione sociale. Allo stesso tempo la propensione dell’adulto a rispettare i tempi dettati dal bambino, permettono al piccolo di apprendere il funzionamento dell’interazione sociale.

Teresa Benedetti

teresabenedetti@yahoo.it

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