Susan Schneider, la verità sulla morte di Robin Williams

Era sobrio, lucido ma malato. Questo il ritratto di Robin Williams emerso dalle parole di Susan Schneider, vedova dell’attore che, a oltre un anno dalla sua scomparsa, racconta cosa ha realmente portato Robin al suicidio.

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CheDonna.it vi ripropone le più recenti dichiarazioni della donna, il cui obbiettivo di vita dall’11 agosto a questa parte pare esser solo uno: render giustizia alla memoria del marito.

La vedova di Robin Williams racconta il suicidio del marito

Un uomo depresso che ha deciso di dire basta? Assolutamente no. Non è stata una melanconia senza apparente fondamento a portare Robin Williams a togliersi la vita. A spiegarlo è la vedova dell’attore, per la quale il colpevole della scomparsa del marito è solo uno: “È stata la demenza a corpi di Lewy a prendersi la sua vita”. La malattia in questione è una sindrome neurodegenerativa che provoca demenza, allucinazioni, disturbi nel movimento ed è spesso associata al morbo di Parkinson, male che aveva colpito da poco Williams.

Una malattia che dunque stava togliendo tutto all’attore che, probabilmente, ha visto nel suicidio l’unico atto di volontà possibile, l’unica via per dire no, per tornare a essere padrone del suo destino. In fin dei conti, sempre secondo le parole di Susan, all’attore restavano forse un massimo di tre anni di vita, anni che però non sarebbero stati facili né felici.

Una scelta dunque non legata alla depressione ma alla semplice volontà di esser padroni del proprio destino. Possiamo forse biasimarlo?

Commovente la descrizione dell’ultimo incontro tra i due. Racconta Susan:

Stavo andando a letto, è entrato nella stanza un paio di volte e ha detto: “Buonanotte, amore mio”. Poi è tornato, ha preso il suo iPad, sembrava avesse qualcosa da fare. Che stesse meglio. Ha ripetuto: “Buonanotte, buonanotte”. E quelle sono state le ultime parole

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