Germanwings: il copilota era in malattia e lo ha nascosto alla compagnia aerea

C’è ancora tanto dolore in quella valle nelle Alpi Marittime francesi, dove sono giunti ieri i famigliari delle vittime dell’Airbus A320 della compagnia Germanwings che si è schiantato contro una montagna a 2700 mt di altitudine, il 23 marzo provocando 150 morti.

Andreas Lubitz
Il procuratore di Marsiglia, nell’ambito di una conferenza stampa, ha riferito delle indagini in corso, illustrando quanto è stato accertato dalla scatola nera della cabina di pilotaggio sugli minuti prima del disastro. E’ emerso che il giovane copilota tedesco Andreas Lubitz abbia agito con la volontà di fare schiantare l’aereo. Scartata l’ipotesi di un’azione terroristica, si è fatta strada quella del suicidio.
Sul caso indaga anche la procura di Düsseldorf che ha confermato che non ci sono prove di un movente politico o religioso dietro il gesto del pilota mentre durante le perquisizioni nelle abitazioni di Lubitz, sono emersi documenti che attestano che il copilota soffriva di una malattia psichica, depressiva.

Nell’appartamento di Lubitz sono stati trovati “alcuni certificati di malattia molto recenti che dicono che non doveva lavorare, anche lo stesso giorno dell’incidente” e vi sono dei documenti che dimostrano che il giovane era in terapia.

“Il fatto che i certificati di malattia siano stati trovati, alcuni dei quali strappati, sostiene il sospetto preliminare”, sottolinea la procura tedesca che Lubitz “aveva nascosto la sua malattia al suo datore di lavoro e ai colleghi”.
In base alle indiscrezioni non si sa di che malattia soffrisse il copilota, il procuratore tedesco Ralf Herrenbrueck ha solo spiegato che i documenti sequestrati nella notte erano di “natura medica”, “indicavano una malattia in corso” e che l’uomo era “sotto trattamento medico”.

Come trapelato nelle 48 ore successive alla tragedia, Lubitz aveva sospeso il suo addestramento per un malessere e durante il corso era stato “più volte retrocesso” al volo di Lufthansa, che ha frequentato dal 2008. Il quotidiano tedesco Bild che cita fonti della compagnia, riporta che “nel 2009 gli è stato diagnosticato un grave episodio depressivo poi rientrato“. Per cui il copilota era stato per un anno e mezzo sotto trattamento psichiatrico e avrebbe celato di essere ricaduto in depressione.   Inoltre, contrariamente a quanto evidenziato, ovvero che Lubitz era stato promosso con voti eccellenti ad un addestramento nella scuola di volo Lufthansa di Phoenix, negli Usa, si apprende che il ragazzo era stato giudicato sei anni fa in parte “non idoneo al volo”:
Recentemente, il copilota avrebbe avuto “una pesante crisi di coppia con la sua ragazza”, una “pena d’amore che lo ha segnato profondamente”. Ecco perché gli investigatori si stanno concentrando sulla crisi personale come causa scatenante del folle gesto.

Anche i genitori di Lubitz si sono recati sul luogo della tragedia e sono stati interrogati ieri pomeriggio dalla Gendarmerie Nationale a Marsiglia. I genitori delle vittime li hanno incontrati e secondo il racconto del sindaco francese de Le Vernet non vi sarebbe stata rabbia da parte dei parenti delle vittime, “ma solo comprensione”.

Nel frattempo, la compagnia aerea Lufthansa ha aumentato le misure di sicurezza in volo rendendo obbligatoria la regola della doppia presenza costante in cabina di pilotaggio. Una misura che è stata presa in accordo con l’autorità federale per il volo e le altre compagnie tedesche.
Mentre l’Europa è ancora scioccata da quanto è accaduto ha suscitato non poche polemiche il titolo d’effetto del quotidiano il Giornale che questa mattina ha confrontato Lubitz al comandante Schettino.

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