LIBRI: ‘L’alternativa razionale’

coverOggi, la redazione di CheDonna, per la categoria Libri, vi presenta una novità: L’alternativa razionale. I pro e i contro dell’ingegneria climatica.

La forza di questo piccolo libro sta nell’analisi critica, razionale e solidamente informata.

David Keith, eroe dell’ambiente per la rivista «Time», non ha nessuna intenzione di nascondere i problemi che l’ingegneria climatica potrebbe causare. Ma non nasconde neppure il disastro che potrebbe derivare dall’immobilismo o, peggio, da una strategia sbagliata.

Il riscaldamento globale è il tema politico più importante e urgente sul tavolo – scivoloso e inconcludente – della comunità internazionale. Ne parliamo da anni ormai, lo temiamo, ma lo rimuoviamo dai nostri pensieri, per non essere costretti a fare i conti col futuro incerto, forse catastrofico, dei nostri figli e dei nostri nipoti. L’uomo industriale è diventato una forza geologica in grado di causare cambiamenti climatici a un ritmo mai raggiunto prima sulla Terra.  La reazione della comunità internazionale è stata finora essenzialmente conservativa: nel 1992 i governi del mondo hanno firmato a Rio de Janeiro una convenzione, impegnandosi a ridurre le emissioni di carbonio, riconvertendo le industrie verso un’energia pulita. Ad oggi, però, dopo vent’anni, l’emissione di carbonio è aumentata del 3% ogni anno. È evidente che non c’è la volontà. O forse proprio non si può. Sicuramente i costi della riconversione industriale sono immensi e i vantaggi incerti, quando non modesti. L’alternativa razionale a questa strategia della «rinuncia» (produrre meno, decrescere, con tutti i costi relativi di questa strategia) non gode di buona stampa, eppure forse è l’unica pragmaticamente percorribile. Si chiama «ingegneria climatica» e punta a intervenire con una qualche tecnologia che sia in grado di abbassare artificialmente il termostato della Terra, almeno il tempo necessario a guadagnare qualche decennio e consentire così lo sviluppo efficace di nuovi tipi di produzione di energia a impatto zero, che ancora non abbiamo, ma che stiamo cercando. La tecnologia più studiata, già realizzabile nel giro di pochi anni, si basa sull’acido solforico. Liberato nella stratosfera tramite aeroplani modificati, questo composto rifletterebbe i raggi del Sole nello spazio, dando respiro al pianeta e abbassando la temperatura di qualche grado, in maniera prevedibile e modulabile di volta in volta. Naturalmente ci sono dei rischi, e molti. Ma i rischi sono fatti per essere gestiti, non per trovare scuse e negare i problemi; altrimenti non andremmo neppure dal medico. Sicuramente questa strategia è fattibile in tempo utile e costerebbe infinitamente meno delle alternative finora proposte. C’è del lavoro da fare e va fatto in fretta. David Keith ci offre le basi per affrontare la questione in maniera consapevole. Poi faremo le nostre scelte.

David Keith è docente di Politiche pubbliche presso la Harvard Kennedy School e di Fisica applicata presso la School of Engineering and Applied Sciences, alla Harvard University. È stato insignito di diversi premi e riconoscimenti; la rivista “Time” lo ha indicato tra gli Eroi dell’Ambiente nel 2009.

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